Calciopoli, Del Piero: “Ora ci restituiscano gli scudetti”

Se gli scudetti tolti verranno riconosciuti legittimi, ce li restituiscano. Alessandro Del Piero, dai microfoni di Juventus Channel, riapre una questione annosa, che nell’ambiente bianconero nessuno ha mai digerito, nonostante siano passati quattro anni da Calciopoli.

Il capitano bianconero non rilascia queste dichiarazioni a caso: recentemente, infatti, è emerso dal processo di Napoli, in base alle dichiarazioni dell’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, che esisterebbero altre intercettazioni, peraltro finora non reperite, secondo cui anche l’Inter, attraverso Facchetti e il Milan, attraverso Adriano Galliani, avrebbero intrattenuto rapporti telefonici con il designatore.

Del Piero ha seguito le vicende del processo sui giornali e nei dibattiti televisivi. Gli è stata rivolta una domanda in proposito durante il forum con i tifosi che ciclicamente si svolge nel palinsesto della emittente bianconera. «Quella di Calciopoli è una ferita e un argomento ampio – spiega Alex – Effettivamente nell’ultimo mese si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza. Ma bisogna attenersi ai fatti per ora. Io però mi auguro che quegli scudetti che ci hanno tolto vengano riconosciuti a livello globale e non solo perchè li sentiamo nostri».

Del Piero tiene la stessa posizione da quattro anni, ribadita anche dopo le sentenze definitive di Calciopoli. Era stato proprio lui il primo a comunicare alla società, appena retrocessa in serie B, che sarebbe rimasto senza condizioni. Un esempio molto apprezzato da tutti i tifosi, cui erano seguiti, a catena, quelli autorevoli di Buffon, Camoranesi, Nedved, Trezeguet.

Così come oggi ribadisce: «La mia passione e il mio amore saranno sempre gli stessi l’anno prossimo, indipendentemente da come andrà a finire». Del Piero non si è mai soffermato sulla linea difensiva bianconera, che alcuni azionisti juventini avevano accusato di essere troppo morbida, ma aveva costantemente garantito che sul rettangolo verde la squadra si era sempre comportata in modo cristallino.

Quegli scudetti tolti, insomma, li sentiva come un furto e lo aveva espresso pubblicamente. Oggi, il capitano è impegnato nella ennesima missione difficile, tenere alto il morale di una truppa devastata dai risultati e dagli infortuni. «Ormai il nostro obiettivo primario è il quarto posto – dice, con il solito realismo – Abbiamo la voglia di raggiungerlo. Non è facile, perchè il calendario non è agevole. Però abbiamo le qualità per centrarlo. Poi sarà il campo a decidere».

Published by