Calciopoli. Intercettazioni, Facchetti a Bergamo: “C’è un regalino per te”

Giacinto Facchetti con Figo

Intercettazioni audio e quelle trascritte, da Moggiopoli si passa a Morattopoli. Parla Facchetti, forse no. Bergamo si Collina no. Insomma Calciopoli riempie ancora l’aula del Tribunale di Napoli e le pagine dei giornali, da quel lontano 2006 quando lo scandalo decretò il ko tecnico della Juventus e sferzò un duro colpo al Milan. La novità è che la Procura della Federcalcio ha aperto un’inchiesta e a breve chiederà al Tribunale di Napoli, dove ieri si è svolta l’udienza del processo a Calciopoli,  la trasmissione dei nuovi atti e indagherà sul contenuto delle telefonate appena acquisite, in cui ci sarebbero conversazioni di dirigenti di Inter, Roma e di altre società.

Il colpo di scena arriva invece da uno che con Calciopoli non c’era niente: Il figlio del grande Facchetti, Gianfelice, difende il nome di suo padre, giocatore di grande spessore e manager storico dell’Inter. In tribunale l’avvocato Paolo Trofino vuole gettare fango sull’Inter e dimostrare che anche la società di Moratti telefonava ai designatori e parlava di “griglie”. Spunta quindi una conversazione tra Facchetti e Bergamo in cui, sostiene l’avvocato,  il primo dice all’altro: «Metti dentro Collina». Gianfelice scende in campo e definisce l’operato del legale una «grave, vergognosa e inaccettabile falsificazione dei fatti», e spiega che «in quella telefonata non è mio padre che pronuncia il nome di Collina ma Bergamo». Il gioco è sempre lo stesso e anche il maestro, Moggi. L’ex dg bianconero ha scelto come linea difensiva fuori dalle aule giudiziarie la diffusione delle telefonate inedite, ma stavolta invece dei testi, ai siti di tifosi juventini   stati mandati i file audio, ed è venuta fuori la bufala.

Passano poche ore e viene diffusa un’altra intercettazione dove vengono attribuite a Facchetti, stando alle trascrizioni, queste parole (siamo nel dicembre 2004):  «Se tu chiami Moratti… son stato… anche ieri da lui… abbiamo parlato». Bergamo: «Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi… ne avevamo parlato ». Facchetti: «Sì dai perché voleva… se passi di qui un giorno… ». Bergamo: «Ma dov’è è a Forte?». Facchetti: «In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perché aveva là un regalino da darti». Bergamo: «Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme».

La strategia mediatica della difesa di Moggia produce un altro colpo basso contro l’ex capitano nerazzurro. L’avvocato Trofino si dissocia ma gira anche la cosiddetta frittata: «Se Facchetti e Bergamo parlavano di griglie senza commettere, cosa di cui io sono convinto, alcun illecito, lo stesso discorso dovrebbe valere per Moggi».

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