NAPOLI – Le alterazioni dei sorteggi per le designazioni degli arbitri, la telefonata tra Paolo Bergamo e Luciano Moggi in cui si concordavano le griglie in cui erano indicati i direttori di gara per il prossimo turno, le riunioni riservate avvenute nel corso delle fasi delicate del campionato e, infine, gli interventi per condizionare l'andamento di trasmissioni televisive fatti allo scopo di difendere gli arbitri ''amici'' e attaccare quelli ''ostili''. Sono i punti salienti della requisitoria del pm Giuseppe Narducci, al processo di Calciopoli ripreso oggi davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli. Il magistrato ha proseguito il suo atto di accusa, giunto alla terza udienza, soffermandosi in primo luogo sulla questione dei sorteggi e elencando gli elementi di prova che, a suo giudizio, inducono a ritenere che le designazioni degli arbitri (nonche' degli assistenti e del quarto uomo) fossero pilotate. Narducci ha ricordato la testimonianza del presidente del Palermo Maurizio Zamparini, il quale riferi' l'episodio di un intervento, non richiesto, di Moggi che alla sua presenza telefono' a un interlocutore (presumibilmente uno dei designatori) per far dirigere la partita Verona-Palermo di serie B a un determinato arbitro. Una circostanza che realmente si verifico' e che determino' una reazione assai infastidita da parte di Zamparini il quale ne parlo' a una riunione con colleghi. Tanto che Moggi e l'ex amministratore delegato Antonio Giraudo glielo avrebbero rinfacciato (''bella riconoscenza nei nostri confronti visto le cose che racconti in giro''). Il pm ha ricordato che i sorteggi venivano eseguiti utilizzando palline di ferro usurate, scolorite e pertanto molto riconoscibili, ed ha citato due testimonianze di esponenti della Can (Manfredi Marino e Dario Galati), nonche' i risultati di alcuni servizi di osservazione svolti dai carabinieri (i nomi degli arbitri venivano estratti speso dopo il sorteggio delle partite da abbinare e senza che le palline venissero rimescolate nell'urna). Narducci ha messo poi l'accento su una telefonata tra Bergamo e Moggi che rappresenta un elemento fondamentale per l'accusa, del 9 febbraio 2005. In precedenza c'erano state due telefonate tra designatore e dirigente bianconero su utenze svizzere riservate, ma poi il cellulare di Bergamo aveva consumato la ricarica e allora il designatore chiamo' Moggi dal suo telefono fisso, rassicurandolo, ai dubbi espressi dall'interlocutore, sulla sicurezza della conversazione. Nella telefonata e' soprattutto Moggi a indicare le partite da inserire in prima o seconda fascia, a stabilire le griglie e a fare nomi degli arbitri da utilizzare per determinati incontri e quelli degli arbitri che bisognava punire (Collina e Rosetti) a causa di errori commessi (in particolare Rosetti che sbagliando aveva favorito il Milan diretto concorrente della Juve). ''Moggi – ha detto Narducci – da' indicazioni stringenti: devono essere puniti e Bergamo risponde: certo, certo non li metto..''. Il pm ha evidenziato come tutti i suggerimenti trovarono puntualmente conferma nelle designazioni realmente avvenute. Ha poi citato alcuni passaggi di intercettazioni tra Bergamo e la segretaria della Can Maria Grazia Fazi, a suo giudizio assai eloquenti (''Noi gli abbiamo messo in mano la Can..'' e ''Il campionato di Moggi e' lo stesso del designatore Paolo Bergamo''). ''La Fazi dice: Luciano Moggi e' il tuo padrone e tu sei quello che deve rispondere a Luciano Moggi'', ha affermato Narducci. Ha poi elencato una serie di conversazioni, di riunioni e di incontri riservati (che videro la partecipazione soprattutto di Moggi, Giraudo, Fazi, Bergamo, Pairetto e del presidente dell'Aia Tullio Lanese) soprattutto quando, a parere del pm, la situazione sembrava sfuggire di mano con alcuni arbitri che nell'incertezza sui prossimi assetti ai vertici degli organismi, avevano cambiato atteggiamento (''bisogna mettere a posto ambiente interno e ambiente esterno'', gli arbitri ''hanno paura di essere marchiati, di essere complici'', viene detto in una telefonata intercettata tra Moggi e Giraudo). L'ultima parte della requisitoria di Narducci e' stata dedicata al condizionamento – emerso da numerose intercettazioni – esercitato da Moggi sulle trasmissioni televisive, in primo luogo sul ''Processo'' di Biscardi. Moggi avrebbe dato indicazioni non solo per difendere o attaccare arbitri a seconda del loro comportamento nelle partite della Juve, ma anche in riferimento a incontri di altre squadre. Per cui c'erano arbitri che il pm ha classificato, in base al trattamento riservato su suggerimento di Moggi, ''amici'', ''indifferenti'' oppure ''ostili''. ''Un elenco che e' coerente con quanto emerge dalla intercettazioni''. La requisitoria riprendera' il 31 maggio con l'intervento del pm Stefano Capuano.
