Calciopoli, appello per sentenza su Giraudo, i pm: “Era uno dei vertici della cupola”

Antonio Giraudo

L’ex amministratore della Juventus Antonio Giraudo non partecipava soltanto alle attività di quella che viene definita come una “articolata organizzazione per delinquere che, condizionando il mondo del calcio professionistico italiano e perpetrando una pluralità di delitti di frodi in competizioni sportive, ha complessivamente alterato l’esito del campionato di calcio di serie a della stagione 2004/2005”. Di quella associazione l’ex dirigente bianconero sarebbe stato invece uno dei vertici e degli organizzatori.

E’ quanto sostengono i pm di Napoli Giuseppe Narducci e Stefano Capuano nei motivi di appello contro la sentenza emessa nel dicembre scorso dal gup Eduardo De Gregorio, il quale pur condannando Giraudo a tre anni per il reato di associazione finalizzata alla frode sportiva aveva escluso per il dirigente l’aggravante di essere un promotore del sodalizio. I pm hanno impugnato, tra l’altro, anche le assoluzioni degli ex arbitri Stefano Cassarà e Marco Gabriele e dell’ex assistente Duccio Baglioni che, a parere dei magistrati inquirenti, avrebbero invece fatto parte della presunta associazione. Per Narducci e Capuano esistono elementi di prova che “permettono di ritenere che l’imputato Antonio Giraudo è stato un dirigente ed organizzatore del sodalizio, non un semplice partecipe come affermato nella sentenza impugnata, e che gli imputati Cassarà, Gabriele e Baglioni hanno posto in essere condotte di adesione al sodalizio criminale”.

Tra gli elementi di prova a loro carico, i pubblici ministeri indicando soprattutto le schede telefoniche estere che l’ex dg della Juve Luciano Moggi avrebbe fornito a designatori e direttori di gara (fornendo, secondo le indagini, anche i codici per la ricarica delle utenze cellulari) per conversazioni riservate. Ai quattro imputati per i quali la procura propone la celebrazione del processo di appello è attribuito il possesso di sim “segrete”.

“Quanto poi al ruolo di Antonio Giraudo all’interno dell’associazione – scrivono Narducci e Capuano – appare evidente dal contenuto delle indagini che lo stesso agisce in piana sinergia con Luciano Moggi e su un piano del tutto paritario, atteso che entrambi si occupano personalmente della gestione di tutte le fasi dell’iter criminoso, di prendere le decisioni sulla vita del gruppo, di tenere i contatti tra i vari appartenenti del sodalizio. Attività tutte che li pongono in un piano di supremazia rispetto agli altri appartenenti al gruppo”. I pm hanno inoltre impugnato le assoluzioni disposte dal gup nei confronti degli arbitri Gianluca Rocchi, Domenico Messina e dell’assistente Giuseppe Foschetti (in relazione a singoli episodi di presunte frode sportive riguardanti alcune partite del campionato 2004/5).

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Emiliano Condò