Ha iniziato Alessandro Del Piero, chiedendo la restituzione di quello che considera il “maltolto”, ovvero gli scudetti revocati alla Juventus dopo lo scandalo di Calciopoli. Ha continuato l’ex centravanti di Inter e Milan Christian Vieri, uno che ha appeso gli scarpini al chiodo con tutti i sassolini dentro e ora ha deciso di toglierli. Vieri non si preoccupa di restituzioni e si è limitato a chiedere alla Procura della Fgic che gli scudetti vengano revocato all’Inter. Ha concluso Luciano Moggi, il grande imputato nel processo penale di Napoli, che ha fatto diffondere sul web una serie di intercettazione telefoniche tra il presidente dell’Inter Massimo Moratti e l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo del gennaio 2005.
Sui pluricampioni d’Italia, insomma, è partito un vero e proprio fuoco incrociato. L’allenatore dell’Inter, Josè Mourinho, in conferenza stampa si è limitato ad accennare agli arbitraggi ed è stato immediatamente rintuzzato dal tecnico della Roma Claudio Ranieri che lo ha invitato a “stare sereno”. Ma quella di Mourinho è lo sforzo dello scoglio che tenta di arginare il mare. La corazzata Inter rischia l’accertamento e, paradossalmente, gli unici ad evitare bordate, in questi giorni, sono proprio i diretti concorrenti sul campo, Roma e Milan.
Il più agguerrito di tutti, e non potrebbe essere altrimenti, è Luciano Moggi che, dopo i cinque anni di squalifica con proposta di radiazione inflitti dalla giustizia sportiva, a Napoli deve difendersi dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. La linea difensiva scelta da “Big Luciano” è semplice ma a effetto: tiro nel fango gli altri e dimostro che il calcio era una fogna. All’Ansa, nella serata di venerdì, l’ex dirigente bianconero è stato esplicito: “Qui, o sono tutti innocenti o sono tutti colpevoli. Invito tutti a riflettere”.
Quindi i suoi legali si sono messi, registratore alla mano, a sbobinare tutte quelle telefonate che nelle indagini, e nei libri neri del calcio, non sono entrate. Obiettivo dichiarato tirare l’Inter dentro il processo. Venerdì 2 aprile l’Ansa ha diffuso una telefonata risalente al 2005 tra Moratti e Bergamo. I due si parlano in modo cordiale, con il classico linguaggio allusivo, cui i lettori delle intercettazioni di Calciopoli sono fin troppo abituati.
Di scena c’è la Coppa Italia, che, soprattutto nei primi turni conta pochissimo e ancora meno interessa. Interessa talmente poco che, nel 2005, anno di sorteggio integrale, per la Coppa si ricorre alla classica designazione arbitrale. Eppure una telefonata non si nega neppure in questa circostanza e Bergamo spiega a Moratti: «Visto che non c’è il sorteggio ma c’è designazione a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi…».
Bergamo: «Mi sono sentito con Facchetti, Presidente per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan…».
Moratti: «Va bene…».
Bergamo: «Volevamo dargli un immagine buona…».
Moratti: «Sì Sì…».
Bergamo: «Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo…».
Moratti: «Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita..».
Bergamo: «Questo gli farà piacere…».
Moratti: «Vado a salutarlo…».
Bergamo: «Visto che lì non c’è sorteggio ma c’è designazione a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da 2 assistenti molto bravi.. ».
Moratti: «No no Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni…».
Bergamo: «Un saluto vedrà lo riempirà di gioia…».
Moratti: «La ringrazio, mercoledì sono giù se c’é ne bisogno, lo vado a trovare prima della partita…».
Ora a leggerla tra le righe l’intercettazione spiega una serie di cose. In primo luogo che anche l’Inter era in contatto coi designatori. In secondo luogo che mentre Moggi, quando possibile, gli arbitri se li sceglieva e all’occorrenza li chiudeva a chiave negli spogliatoi Moratti veniva informato, sì con molta deferenza, ma a scelta già compiuta. Forse per tirare definitivamente l’Inter dentro la faccenda occorre sbobinare ancora.
Di telefonate ce ne sono anche altre: in una Moratti fa i complimenti a Bergamo per il comportamento dell’arbitro Bertini dopo una vittoria in rimonta (3-2 da 0-2) dell’Inter contro la Sampdoria. Anche qui, scelta inopportuna ma la “cupola” è un’altra cosa. Su di una cosa non c’è dubbio: l’immagine “casta” dell’Inter del dopo Calciopoli un po’ vacilla.
Altra faccenda è la questione Vieri. Tra l’ex bomber e Moratti non corre buon sangue visto che il calciatore ha chiesto 12 milioni a Telecom e 9 milioni e 250 mila euro all’Inter per essere stato indebitamente controllato ai tempi della sua militanza nerazzurra. Da qui l’attacco frontale e la richiesta di revoca degli scudetti da uno che, oltre che nell’Inter durante la carriera ha giocato con tutte le squadre di A condannate per Calciopoli, Juve, Milan Lazio e Fiorentina.
Del Piero, invece, mostra un coraggio ai limiti dell’incoscienza. Un conto è chiedere che quegli scudetti non vengano assegnati, altro è chiederne la restituzione. La speranza, nel caso si dovesse davvero arrivare ad una revoca dei titoli, è che non si vada a scalare la classifica per assegnare lo scudetto 2o06-2007. I tifosi della Roma, magari, un “pensierino” ce lo fanno ma vista la fortuna che porta forse è meglio provare a vincere quello del campionato in corso.