CREMONA – Un fiume di soldi; partite combinate vecchie e inedite, addirittura dal 2007; e ci sarebbe anche il Sassuolo nell’occhio del ciclone:il calcioscommesse, purtroppo, non finisce mai. Dagli accertamenti dei periti informatici incaricati di analizzare i 200 apparecchi – tra computer, smartphone e tablet – del centinaio di indagati nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla procura della Repubblica di Cremona sull’associazione a delinquere transnazionale che aveva il vertice a Singapore spuntano infatti nuove partite.
Parte dei risultati è stata consegnata venerdì 3 ottobre durante l’incidente probatorio disposto dal gip Guido Salvini su richiesta del procuratore Roberto di Martino. Dagli accertamenti è finora emerso che negli apparecchi di 27 indagati sono state trovate le parole chiave che il procuratore aveva chiesto di cercare. Si tratta di sms e chat in alcuni casi con personaggi non emersi finora dall’inchiesta o in altri casi con indagati ai quali invece non erano stati sequestrati gli apparecchi informatici. Le perizie hanno rilevato altri particolari.
Ad esempio, Stefano Mauri, capitano della Lazio, non ha fornito il pin del suo telefonino e senza quel numero i periti, per ora, non hanno potuto esplorare l’apparecchio. Stessa cosa è accaduta con Ivan Tischi, ex del Pescara, e Mauro Bressan, ex della Fiorentina, considerato il braccio destro di Amir Gegic, uno dei capi degli zingari e uomo chiave dell’inchiesta.
Le perizie sugli apparecchi di Massimo Erodiani, allibratore di Pescara, e di Mario Bruni, ex commercialista di Beppe Signori, hanno fatto emergere numerosi scambi di informazioni su partite vecchie e nuove. Gli accertamenti sul pc di Bruni hanno svelato un enorme giro di denaro nell’ambito del calcioscommesse. La copia forense relativa alle analisi sul pc di Antonio Conte, ora allenatore della Nazionale, è risultata illeggibile. Inoltre i periti non sono riusciti a decifrare, perché scritti in una lingua sconosciuta persino al traduttore di Google, le conversazioni trovate sugli apparecchi di Luca Burini, ex manager che da vent’anni lavorava in Cina come promoter per società bolognese che produce lastre di ceramiche, accusato di riciclaggio di denaro insieme con Beppe Signori, Luigi Sartor e al suo commercialista Daniele Ragone.
Le parole chiave che il procuratore del tribunale di Cremona Roberto di Martino ha chiesto di cercare negli apparecchi informatici sequestrati a calciatore ed ex nell’ambito della maxi inchiesta sul calcioscommesse sono 19: abbraccio, assegni, beppe, bolognesi, cambiale, cervia, civ, garanzia, gol-gol, handicap, makelele, over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, zingari-zingaro. Le perizie devono ancora essere completate. I risultati verranno illustrati all’udienza del 29 ottobre.