CARPI – La certezza è che il Carpi giocherà la prossima serie A. Il problema è dove. Perché con la promozione degli emiliani in Serie A si ripropone lo stesso problema che qualche anno fa si è avuto col Sassuolo. Il Carpi, infatti, gioca le sue partite interne allo stadio Cabassi. E l’impianto ha un paio di “piccoli” problemi. Innanzitutto è uno stadio su misura per Carpi. Da 4mila posti. Peccato che per giocare in serie A la capienza minima richiesta sia di 5 volte tanto, ovvero di 20mila posti. Non solo: è uno stadio anche complesso da ampliare, ammesso e non concesso che lo si voglia fare. E’ al centro della città, in piena area storica. E poi resta un problema concettuale di fondo. Carpi città ha 70mila abitanti. Cosa se ne farebbe di un impanto da 20mila posti? A meno che un abitante su tre decida improvvisamente di passare le domeniche allo stadio…
Allora pare proprio che come accaduto al Sassuolo, che gioca a Reggio Emilia, il Carpi sarà costretto a emigrare. Ma dove? La soluzione sulla carta più logica si chiama Modena: è appena a 20 km ed ha l’impianto a norma per la serie A. C’è un problema: una rivalità accesa tra le due tifoserie che creerebbe malcontento e forse qualche problema di ordine pubblico. In alternativa resta Parma, che per vicende economiche prima ancora che sportive, è destinata a perdere la serie A. Anche qui un problema c’è: Parma è a 70 km, non proprio una scampagnata fuori porta per i tifosi.
Una speranza timida timida per il Carpi c’è. Si chiama Eibar. E’ il “Chievo” di Spagna, ha uno stadio da 5mila posti e gioca nella Liga nel suo stadio. Quando tocca a Real e Barcellona andare là ci si adatta. Il regolamento italiano però non prevede niente del genere. La migrazione in una tra Modena e Parma resta quindi la strada, almeno nell’immediato, obbligata.