Leonard Chuene, presidente della federazione sudafricana di atletica (Asa), è stato sospeso con effetto immediato dal comitato olimpico del suo paese. La decisione è stata assunta «in attesa dei risultati di un procedimento disciplinare e di ulteriori azioni» che saranno intraprese nei suoi confronti e riguarda anche il consiglio direttivo ed i suoi membri.
La sospensione è legata alla gestione da parte della Asa del caso di Caster Semenya, vincitrice della medaglia d’oro negli 800 metri ai Mondiali di Berlino. Nei mesi scorsi Chuene ha ammesso di essere stato avvisato dei test del sesso cui fu sottoposta a sua insaputa la Semenya in Sudafrica prima della partenza per i Mondiali. La Iaaf, la federazione internazionale di atletica, ha aperto un’inchiesta per accertare l’identità sessuale della 18enne Semenya.
Secondo alcune indiscrezioni, gli esami fisici cui è stata sottoposta avrebbero rivelato che l’atleta sarebbe ermafrodito. La Iaaf annuncerà i risultati dei test il 21 novembre. Il comitato olimpico sudafricano, inoltre, rende noto che sta considerando la possibilità di «assumere iniziative appropriate nei confronti della Iaaf per il suo mancato rispetto del diritto alla privacy della Semenya». La Asa è stata commissariata e Ray Mali, membro del comitato sudafricano, è stato nominato amministratore della stessa.
In un comunicato, la Asa fa per la prima volta “mea culpa” per il modo è stato gestito il caso e si scusa con l’atleta: «La Federazione sudafricana di atletica desidera porgere le proprie scuse pubbliche e incondizionate a Caster Semenya e alla sua famiglia, al presidente del Sudafrica e a tutti i sudafricani per il modo in cui sono stati gestiti i test sulla verifica del sesso e per le loro conseguenze» si legge nella nota della Asa.