BOSTON- L’articolo de “Il Romanista”, firma di E.Ciancimino, riporta le ultime indiscrezioni su Thomas DiBenedetto, probabile nuovo presidente della Roma.
Quinta giornata del girone di andata del campionato di serie A. Era il 25 settembre del 2010 e all’Olimpico la Roma ospitava l’Inter. Allo stadio tra il pubblico a seguire la Magica, per la prima volta, c’era Thomas R. DiBenedetto.
6 febbraio 2011, la Roma vola a Milano per disputare contro l’Inter la partita di ritorno. Una partita, ancora una volta, giocata nel segno di Thomas DiBenedetto. Una partita disputata a pochi giorni di distanza dall’inizio delle trattative, per l’acquisizione dell’As Roma, tra la cordata americana guidata da DiBenedetto e l’Unicredit. All’andata, come per il ritorno, i tifosi della Roma e dell’Inter hanno seguito la partita per televisione al Caffè dello Sport nel cuore di North End, il quartiere italiano di Boston. Qui la tifoseria si divide essenzialmente in tre grandi tronconi: Inter, Juve e Roma. Ma adesso che la Roma sta per divenire “bostoniana”, i tifosi della Magica cominciano a giocare sempre in casa. E nonostante ieri sia stata anche la domenica del Super Bowl, l’incontro che assegna il titolo di campione della National Football League, la Lega professionistica statunitense di football, i giornalisti della stampa locale hanno seguito la partita insieme ai tifosi.
Al fischio d’inizio dell’arbitro, all’interno del Caffè dello Sport è calato il silenzio. Gli sguardi dei tanti spettatori fissavano lo schermo in attesa di vivere le prime emozioni. Al terzo minuto una doccia fredda bagna i tifosi giallorossi. Sneijder è il primo a trovare la porta. Tra i tifosi increduli c’e’ chi dice di non preoccuparsi perché la Roma è in grado di recuperare. Ed infatti, dopo dieci minuti, Simplicio pareggia i conti e all’interno del Caffè dello Sport esplode la gioia dei tifosi giallorossi.Una partita ricca di emozioni sia da una parte, sia dall’altra. Tanti i sussulti per i tifosi romanisti, divisi tra occasioni gol mancate e pericolose incursioni nell’area giallorossa. Al 35’ cala nuovamente il silenzio. Eto’o riporta in vantaggio l’Inter. Nessun commento, si continua a guardare lo schermo e ad attendere, con fiducia, la risposta della Magica. Durante l’intervallo i tifosi della Roma, quasi per scaramanzia, preferiscono non commentare il primo tempo ma attendono che le squadre rientrino in campo. Si parla di Di- Benedetto e della possibilità che la Roma possa essere acquisita dalla cordata di imprenditori statunitensi. Giuseppe, tifoso della Roma e professore ad Harvard da cinque mesi, non nasconde che avrebbe preferito un imprenditore romano per il dopo Sensi. Sempre secondo Giuseppe come per gli altri tifosi della Roma, qui a Boston quello che conta è il bene della Magica. Intanto le squadre fanno il loro ingresso in campo per il secondo tempo ed un silenzio religioso cala nuovamente all’interno della sala. Un silenzio che questa volta viene interrotto dal rigore concesso all’Inter al 63’. Un rigore che divide i tifosi tra quelli favorevoli alla decisione arbitrale e quelli contro. Eto’o dagli undici metri non sbaglia. La Roma è sotto di due gol e nella sale c’è chi comincia a dire la sua sulla squadra schierata da Ranieri, una squadra che non ha nelle gambe i 90’. Il quarto gol dell’Inter, firmato da Thiago Motta al 71’, trasforma la fiducia dei tifosi giallorossi in incredulità che si domandano che fine abbia fatto la Roma del primo tempo. Solo quattro minuti e all’interno del Caffè dello Sport si alza un grido: “Finalmente”. Vucinic accorcia le distanze e i lupacchiotti cominciano a sperare e a credere nella rimonta. All’81’ il gol di Simone Loria fa esplodere nuovamente la gioia dei tifosi che che vedono il pareggio sempre più vicino. Una gioia che dura solo 9’, il tempo necessario a Cambiasso per siglare il quinto gol dell’Inter. Sul 5-3 l’arbitro dice che può bastare così. «La Roma ha perso – affermano i presenti – ma con onore. Bella partita!». Qui a Boston ora l’attenzione si concentra sul futuro della società giallorossa e sulla possibilità, sempre più vicina, che la Roma possa diventare una squadra “italoamericana”.