Vinicio Fioranelli, procuratore calcistico oltre che socio di Sergio Cragnotti nella sua tenuta vinicola, è il primo chiamato a pagare.
Primo di una lista che si suppone piuttosto lunga vista la grande quantità di protagonisti e comprimari che si sono avvicendati nella storia del passaggio di proprietà dell’As Roma. I fatti, in questo caso, risalgono alla primavera di un anno fa. Mentre tra Roma e Milano (dove ha sede Unicredit, principale creditore dei Sensi) si trattava per il futuro della squadra di calcio, Fioranelli si faceva portavoce di una cordata pronta all’acquisto dei giallorossi.
Con conseguenti sbalzi del titolo a piazza Affari. Da lì parte l’interessamento della Commissione e una fitta corrispondenza tra Consob e lo stesso Fioranelli. Il 22 maggio, dopo un’audizione, promette che è pronto a comprare la Roma. La richiesta della Consob di dare prova documentale delle risorse resta senza risposta.
Sollecitato, Fioranelli risponde che si recherà a Roma di lì a qualche giorno portando con sé le prove che i soldi ci sono. Non si presenterà mai, nonostante i solleciti ripetuti, prima «invitato» e poi «obbligato» ai sensi del Testo unico della finanza. La corrispondenza va avanti infatti da maggio fino alla fine di luglio, quando diventa evidente, per i funzionari della divisione mercati che lo avevano convocato, che Fioranelli non si presenterà mai. Così, il 15 novembre scorso, il presidente vicario Vittorio Conti firma la delibera che stabilisce una multa di 200 mila euro per Fioranelli. In attesa di ulteriori accertamenti, come i numerosi sospetti di aggiotaggio sul titolo andati avanti per almeno due anni tra dichiarazioni avventate e cordate fantasma.