Champions League, dietro Zidane spunta il sosia di Benitez
MILANO – Cosa ci fa Rafa Benitez a San Siro vestito da steward? Tra ironia e stupore, la domanda gira veloce attraverso i social durante la finale di Champions League tra Real e Atletico. Tutta colpa di un’inquadratura televisiva. Zinedine Zidane cammina a bordocampo prima dell’inizio della partita e la telecamera lo riprende nel momento esatto in cui il tecnico francese passa davanti ad uno steward che assomiglia all’ex allenatore delle merengues, attualmente sulla panchina del Newcastle.
ZIZOU DOPO IL TRIONFO – Zinedine Zidane è uno dei pochi che può dire di aver vinto la Champions League da giocatore e da allenatore. “Per vincere una cosa così importante come la Champions serve un sacco di lavoro e non solo per cinque mesi, ma fin dall’inizio. Io ho avuto la fortuna di essere con loro per raggiungere qualcosa di grande”, ha detto. Sulla partita: “Adesso non voglio analizzare niente, voglio solo godermi ciò che abbiamo conquistato”. “Quello che ho detto a Florentino Perez è stato grazie. Grazie perché mi ha dato la possibilità di allenare questa squadra. Sono felice. Credo che abbiamo giocato bene, abbiamo sofferto moltissimo sotto l’aspetto fisico ma è normale. Sono partite anche dal punto di vista mentale con molta pressione, ma alla fine bisogna lottare e ce l’abbiamo fatta”, ha aggiunto. E ancora: “Un messaggio a Simeone? La sua è una sconfitta, ma non grande. Alla fine le due squadre sono arrivate fino in fondo. A Simeone dico complimenti, è un grandissimo allenatore”. “Sono molto felice per tutto quello che abbiamo fatto, non è per niente facile vincere la Champions, abbiamo lavorato tanto, lottato e siamo stati sempre positivi. Abbiamo qualità, ma il lavoro è più importante e abbiamo fatto un buon lavoro”, ha ribadito “Zizou”, che non esclude un giorno di poter sedersi su una panchina italiana: “Mi sono formato in Italia, l’Italia mi ha dato tanto da giocatore. Nella vita mai dire mai. Però ora devo pensare solo alla Champions che abbiamo vinto, perché abbiamo sofferto tanto che ora non ho più energia per parlare”.