ROMA – Chiuso l’incidente probatorio per fare luce sul pomeriggio di follia che portò alla morte del tifoso napoletano Ciro Esposito, gli interrogativi restano.
L’atto, previsto dal codice per ‘cristallizzare’ le prove in vista del processo, era stato disposto dal gip di Roma Giacomo Ebner per ricostruire la dinamica dei fatti del 3 maggio scorso, avvenuti poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli.
Gli accertamenti svolti dai carabinieri del Racis, in particolare la conclusione secondo la quale l’ex ultrà romanista Daniele De Santis avrebbe fatto fuoco sui rivali azzurri dopo essere stato sopraffatto, non è stata condivisa dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio. A dividere le due posizioni le tracce di sangue di “Gastone” sul calcio della pistola: per gli esperti del Racis sarebbero la conseguenza del pestaggio subito prima di fare fuoco.
Per gli inquirenti quelle tracce ematiche, unite alla presenza di sangue, sulla canna dell’arma, di uno dei napoletani feriti, Alfonso Esposito, sono il segno di una ‘contesa’ della pistola dopo che questa aveva già esploso quattro proiettili. Aspetti quindi che saranno esaminati ed oggetto di discussione nel corso del processo. Oggi il gip Ebner ha negato un’integrazione della perizia, così come chiesto dai legali di Ciro Esposito, il giovane morto dopo 52 giorni di agonia.
“L’incidente probatorio sul delitto – hanno dichiarato Angelo e Sergio Pisani, avvocati della famiglia di Ciro – si è chiuso nonostante le palesi lacune e contraddizioni della perizia del Racis. Il contro esame degli avvocati della vittima ha fatto emergere la reale dinamica dei fatti come raccontata dal povero Ciro e consegnata dai suoi difensori agli inquirenti. Nel corso del procedimento si è cristallizzata definitivamente la responsabilità, peraltro tardivamente dallo stesso ammessa, di Daniele De Santis”.
Soddisfatti dell’esito dell’incidente probatorio gli avvocati Tommaso Politi e Michele D’Urso, difensori di De Santis: “Stando così le cose -hanno dichiarato- bisogna chiarire che quel 3 maggio il nostro assistito fu aggredito. In seguito al suo ferimento furono esplosi dei colpi di pistola ed Esposito perse la vita”.
L’inchiesta giudiziaria si avvia ora a conclusione, anche se rimane in sospeso la posizione di quattro ultrà giallorossi indagati di concorso in omicidio in quanto ritenuti coloro che, caschi in testa, erano al fianco di “Gastone” durante il lancio di petardi e di fumogeni ad un pullman di innocui tifosi azzurri. I quattro fuggirono al primo gesto di reazione dei napoletani che avevano assistito al fatto, ma presero direzioni diverse da quella imboccata da De Santis e fecero perdere le proprie tracce.