Cori razzisti contro Eto’o e partita sospesa per tre minuti, il Cagliari se la cava con venticinquemila euro di ammenda. Un sospiro di sollievo per la societa’ rossoblu’ che per il momento si trincera dietro un ‘no comment’ in attesa di ricevere tutta la documentazione.
Il giudice sportivo, spiegando le motivazioni della sanzione, ha riconosciuto che i cori sotto accusa erano partiti solo da un settore dello stadio. E che, dopo lo stop deciso dall’arbitro Tagliavento, i supporters avevano pensato bene di seguire i consigli dello speaker del Sant’Elia e di evitare il bis che avrebbe tra l’altro procurato anche la sconfitta a tavolino a Daniele Conti e compagni. Il giudice, pero’, ha anche evidenziato che gli ululati partiti dalla curva non erano semplici fischi di sfotto’, ma sono stati considerati ”grida e cori costituenti espressione di discriminazione razziale”. La decisione di interrompere la partita aveva preso in contropiede sia il presidente Massimo Cellino, sia l’allenatore Pierpaolo Bisoli. Tutti e due avevano spiegato nel dopogara di non essersi accorti di nulla. Per il tecnico rossoblu’ possibile anche un malinteso: non offesa a sfondo razziale, ma fischio verso l’avversario forse piu’ temuto.
Molto severo il giudizio sulla sentenza da parte del presidente del Codacons Marco Maria Donzelli. ”Non dare la sospensione del campo, neanche per una giornata – sottolinea – significa permettere i cori razzisti, dove e’ finita la tanto decantata tolleranza zero?”. Donzelli chiede addirittura l’intervento del ministro degli Interni Roberto Maroni: ”Questa sentenza – spiega – e’ l’ennesima dimostrazione che non ci si puo’ fidare della ‘giustizia’ sportiva. Devono scattare sanzioni immediate, senza che il giudizio venga demandato alla discrezionalita’ del giudice. Altrimenti avremo sentenze non omogenee. Perche’, ad esempio, alla Juventus per i cori contro Balotelli la condanna fu un turno a porte chiuse e qui solo 25.000 euro?”. Sull’episodio di domenica al Sant’Elia era intervenuto subito anche il sindaco di Cagliari Emilio Floris. ”Il coro di pochi – aveva detto il primo cittadino – che in gruppo sembrano molti non deve trarre in inganno. Cagliari e la Sardegna in generale non sono mai stati razzisti. Serve una nuova cultura dello sport. E in questo bene fanno le societa’ che stanno ristrutturando gli stadi rifacendoli a misura di famiglia”.