”Il povero Benitez ha ereditato le scelte dell’allenatore precedente in termini di preparazione. A lui che colpe si possono addossare?”.
Piero Volpi, ex medico sociale dell’Inter, attualmente collaboratore dell’Aic, ospite di ‘Radio anch’io sport’, scagiona il tecnico spagnolo per la raffica di infortuni che hanno falcidiato la rosa nerazzurra in questo inizio di stagione.
E, pur senza nominarlo, chiama in causa Jose’ Mourinho e due anni giocati a mille su tutti i fronti, interni ed europei. ”Probabilmente – ipotizza Volpi – c’è stato un incremento dell’attività fisica su una squadra che era già molto stressata e spremuta. Però – sottolinea – ci sono anche molte recidive e non mi sembra che qui si possa dare la colpa all’allenatore”.
Ma gli infortuni hanno falcidiato diverse rose. Per Volpi ”questo trend e’ in aumento gia’ da qualche anno”.
Nella stagione in corso, però si puo’ parlare di ”epidemia di eventi traumatici”. Le cause? Diverse, ”e già note”.
Il dottor Volpi le ha riassunte cosi’: 1) accresciuta fisicita’ dei giocatori. Rispetto a 20-30 anni fa i calciatori attuali sono 3-4 chili piu’ pesanti; 2) densita’ di partite. ”Si gioca troppo in certi periodi dell’anno”; 3) preparazione precampionato ”trascurata” a favore delle tournee in giro per il mondo. Questo ”non consente un immagazzinamento di energie fisiche da utilizzare poi nell’arco della stagione; 4) eta’ media elevata. ”Nelle piu’ importanti squadre italiane e’ tre anni superiore a quella delle inglesi, tedesche o spagnole, ”il che significa maggiori difficolta’ nel recupero dai traumi”.
E poi ci sono quelle che Volpi ha definito ”concause”: ”Oggi i giocatori hanno molte serate dedicate agli sponsor. Conseguenza uno stile di vita meno ferreo”.
Poi ci sono i terreni ”non curati come dovrebbero” e scarpe ”che prediligono tacchetti con una maggiore tenuta sul terreno a scapito delle articolazioni”.
Nonostante gli scontri fisici siano sempre piu’ frequenti, ”i traumi distorsivi e le lesioni muscolari due volte su tre sono senza contatto”.
Inoltre, ormai l’incidenza traumatica e’ quasi uguale tra partita e allenamenti: ”Venti-trenta anni fa il rapporto era nove a uno. Oggi e’ quasi 50 e 50”. Questo perche’ ”l’incremento delle rose, l’aggressivita’ e la competitivita’ interna durante la settimana, stimola i giocatori a mettersi in evidenza gia’ negli allenamenti”.