ROMA – Un derby che non t’aspetti: teso, equilibrato e soprattutto bellissimo. Finisce 2-1 per la Lazio con un gol di Klose a venti secondi dalla fine del recupero. Gol in sospetto fuorigioco: poco ma sicuro, ci sarà da discutere. Reja rompe finalmente il tabù e Luis Enrique conosce l’amarezza della sconfitta nella stracittadina, ma sarà l’attitudine delle due squadre, sarà la noia tremenda della domenica pomeriggio, resta la sensazione di una partita spettacolare.
Il derby parte benissimo per la Roma: dopo cinque minuti Pjanic si traveste da Totti e inventa una palla per Osvaldo che mette alle spalle di Marchetti. Esultanza con tanto di maglietta “celebrativa”: “Vi ho purgato anche io”. La Lazio all’inizio accusa il colpo e rischia di subire ancora poi piano piano si riorganizza. La partita scorre equilibrata e, per essere un derby, persino divertente.
Nella ripresa la Lazio spinge di più e trova il pareggio grazie ad una colossale ingenuità di Kjaer che stende Brocchi in area. Rigore evidente e espulsione. Sul dischetto Hernanes fa 1-1. Stavolta è la Roma ad accusare il colpo: in inferiorità numerica i giallorossi non riescono a tenere più il pallone e la Lazio è brava a tenere il ritmo alto. Klose prende una traversa di testa e allora Luis Enrique fa qualcosa di inedito: si copre mettendo Pizarro per Bojan. La Roma respira qualche minuto ma è ancora la Lazio a colpire un palo con uno splendido tiro al volo di Cissè.
Il gol decisivo arriva nel recupero: con Heinze zoppicante Klose si trova solo davanti a Stekelenburg e lo trafigge. Al fischio finale la Roma protesta con Tagliavento ed esplode la festa della Lazio che si trova a 11 punti a una sola lunghezza dalle capoliste.
Le altre partite. Quello del 16 ottobre verrà probabilmente ricordato come uno dei pomeriggi più noiosi della storia del calcio italiano. Tra le 12:30 e le 17 si giocano cinque partite: quattro finiscono 0-0 e segna solo il Bologna a Novara. Roba da calcio anni 70, quello con la marcatura a uomo e il retropassaggio bloccato dal portiere.
Alla Juventus non serve però segnare per tenersi, insieme all’Udinese, la testa della classifica. In campo tanto agonismo (mena soprattutto il Chievo) ma poco spettacolo. Piccoli passi per una delle poche squadre regolari di un campionato folle. Fa 0-0 in una partita brutta come poche anche l’Udinese. I friulani hanno il merito di reggere giocando più di un’ora con l’uomo in meno e si godono un’altra settimana di primato.
Gli altri 0-0 sono quelli di Genoa-Lecce (punto d’oro per i pugliesi) e quello di Cagliari-Siena. Per i sardi sfuma l’occasione di centrare un primato storico.
A chiudere una domenica di ordinario squallore contribuisce anche Cesena-Fiorentina del lunch-time. Altro 0-0 dove si segnala in negativo Adrian Mutu. Prima arriva e saluta commosso i suoi ex tifosi, poi gioca fino a un quarto d’ora dalla fine quando pensa bene di rifilare una plateale gomitata a Cassani. Non benissimo per uno che ha detto di essere arrivato a Cesena per fare da esempio per i giovani.
L’unica squadra a segnare e quindi a vincere, nel pomeriggio di domenica, è il Bologna che passa 2-0 a Novara grazie ai gol di Acquafresca e Ramirez. Per il Novara è il primo ko interno, il Bologna torna al successo dopo più di sei mesi d’astinenza.
Per una domenica di sbadigli c’è invece un sabato divertente e pieno di risultati che non ti aspetti. A cominciare dall’aggiustatore Ranieri che, sulla panchina dell’Inter, si ritrova davanti a più cocci del previsto. Il “karma” non basta e l’allenatore ammette: “Qui c’è tanto da lavorare”. L’Inter, intanto, perde 2-1 a Catania una partita in cui si trova in vantaggio dopo 6 minuti grazie a Cambiasso. In una cosa Ranieri ha ragione: c’è davvero tanto da lavorare. Forse più che aggiustare è il caso di buttare e ricomprare.
Fa harakiri in casa anche il Napoli: sconfitto 2-1 da un Parma disciplinato e micidiale in contropiede. La notizia è che il Parma fa due gol senza che segni Giovinco. Il Napoli, invece, mostra inquietanti segnali di discontinuità: l’anno scorso lo scudetto non è arrivato per i punti persi con le grandi. Quest’anno il problema sono le piccole. O forse il problema è la Champions: killer di energie nervose prima ancora che fisiche.
Infine il Milan. I rossoneri allontanano tutti insieme i fantasmi delle ultime brutte prestazioni grazie a un 3-0 convincente col Palermo. Ibra non segna ma c’è e si vede: è un’altra squadra e tanti palloni passano proprio per i piedi dello svedese. Segnano invece, l’ex Nocerino, Robinho e Cassano. Per Mangia, uno che aveva detto che si sarebbe portato il medico per l’emozione, un brutto sabato. Ci saranno occasioni per fare meglio.