ROMA-Dicono in America che è impossibile e impensabile convincere “i tacchini a festeggiare il giorno del ringraziamento”. Già perché quel giorno su ogni tavola di ogni famiglia americana c’è un tacchino da mangiare, quindi come vuoi che i tacchini festeggino la ricorrenza? E’ un modo di dire molto americano, lo usano nel linguaggio politico, sui giornali, nelle conversazioni tra amici e conoscenti. Ma ora un americano, Thomas r. DiBenedetto, quello che si sta comprando la Roma Calcio, potrà raccontare ai suoi concittadini che almeno in un caso, almeno a Roma e almeno nel calcio i “tacchini” fanno gran festa al giorno in cui finiranno in tavola. A Roma, nella Roma giallorossa e tifosa, c’è grande entusiasmo e speranza per l’arrivo come prossimo presidente, padrone e manager di un “americano a Roma”. Entusiasmo e speranza giustificati e probabilmente fondati: aarriva gente che promette di valorizzare e vendere in tutto il mondo il marchio Roma e quasi sicuramente sa come farlo. Arriva gente che ha i soldi ma non butta i soldi. Arriva gente che sa che il calcio è industria e impresa, insomma arriva gente seria. Che sia seria c’è pure una controprova infallibile: la resistenza che la politica romana ha fatto all’arrivo degli americani.
E allora, i “tacchini”? I tacchini che con l’arrivo degli americani finiscono in pentola e poi in tavola a Roma sono tanti. Tutti quelli che allo stadio entrano gratis e dei biglietti omaggio fanno da decenni una prova del loro “contare” in città. DiBenedetto quando ha visto quei “palchetti” allo stadio Olimpico affollati di gente che non paga, ha sorriso come sorride un americano quando vede i tacchini alla vigilia del giorno del ringraziamento. Se arriva l’americano quei “palchetti” saranno a pagamento e non a sbafo. Colpito nelle sue abitudini il cosiddetto “generone” romano, tutti quei professionisti, avvocati, medici, architetti, costruttori e via elencando che dello stadio erano ospiti d’onore. E “tacchini” sono anche quelli che fuori dello stadio da sempre con camion e camioncini vendono magliette tarocche e mercanzia varia: una consolidata industria abusiva. Con gli americani in cucina, faranno la fine dei tacchini. Tacchini i giornalisti che campano solo di calcio agitato, la gran parte delle radio romane in prima fila. Tacchini anche i professionisti del “tifo organizzato”, quelli che dettano a gocatori e società comportamenti in campo e fuori del campo. Per tutti questi, e a Roma sono legione, è prevista, prevedibile e in fondo annunciata la fine dei tacchini. Anche per questo il giorno in cui l’americano arriverà sarà il giorno del ringraziamento: un grazie di cuore da parte dei tifosi normali per averli messi in forno.