ROMA – L’eroe della finale di Champions Milan-Liverpool racconta il suo (pessimo) rapporto con Rafa Benitez: “Una voce nella mia testa lo suggeriva: è freddo e disumano, anche se un genio del calcio. Ma se lo avessi fatto non sarei andato al Real Madrid, dopo l’arrivo di Reina…” “Ho davvero pensato di dargli un pugno come mi suggeriva quella voce nella mia testa, ma poi ho pensato a quali conseguenze avrebbe avuto il mio gesto. Mi avrebbe realmente lasciato andare via o ci sarebbe stato solo un grosso scandalo sulla stampa? Di certo, tirare un pugno all’allenatore del Liverpool che solo pochi mesi prima aveva vinto la Champions League non avrebbe fatto una bella impressione sul mio curriculum e così, anche se non so come perché ero assolutamente furibondo, sono riuscito a trattenermi”. L’episodio è citato in “Jerzy Dudek: A Big Pole In Our Goal”, la biografia semiseria del portierone polacco, l’eroe di Istanbul.
A far arrabbiare Dudek al punto da spingerlo a voler aggredire Benitez fu il comportamento tenuto dall’allenatore nei mesi successivi a quella “Magica Notte”. “All’inizio della nuova stagione mi ritrovai con un nuovo rivale, Jose “Pepe” Reina, nazionale spagnolo arrivato dal Villareal per 6 milioni di sterline. Ovviamente, non ero felice della situazione, perché mi sembrava di essere un pompiere che aspetta di essere chiamato quando c’è da spegnere un incendio, mi sentivo trattato ingiustamente, ma con Benitez è così che funziona. Lui è freddo, quasi disumano e guarda solo ai suoi interessi, ma questo non gli ha impedito di essere un allenatore geniale, perché ha una grande conoscenza calcistica. Quando gli andai a parlare, cercò di calmarmi dicendomi che l’arrivo di Reina non significava che mi avrebbe lasciato andare via. Ma se compri un giocatore per così tanti soldi, non puoi lasciarlo in panchina, così trovammo un accordo: fossero arrivate delle offerte serie, il club le avrebbe valutate e l’allenatore mi assicurò che ‘avremmo trovato una buona soluzione per tutti’. Io adoravo stare a Liverpool, ma era chiaro che Benitez non mi voleva. Fossimo stati in Polonia, la stampa ne avrebbe fatto un caso, ma in Inghilterra non ho avuto lo stesso appoggio e quando venne fuori la storia che guadagnavo fra le 60 e le 70 mila sterline a settimana e che Benitez voleva vendermi per quel motivo, sospettai che quelle voci fossero state messe in giro apposta per mettermi contro i tifosi”.
A quel punto la frattura era compiuta e l’offerta del Colonia capitò a proposito. “Benitez mi disse che sarebbe stato un buon trasferimento per me e che avrebbe fatto di tutto per aiutarmi a trovare l’accordo, così iniziarono le trattative, ma ad un certo punto quelli del Colonia mi rivelarono che Benitez non aveva mai parlato con loro e questo non fece che aumentare la mia frustrazione fino all’ultimo giorno di mercato, quando alla fine sbottai”. Fu in quell’occasione che Dudek pensò seriamente di chiudere la questione con un bel pugno in faccia al suo allenatore durante un accesissimo confronto alla fine dell’allenamento, con gli altri giocatori lì a guardare. “Negli spogliatoi raccontai ai miei compagni quello che Benitez mi aveva fatto e Steven Gerrard mi chiese se volevo davvero dargli un f*** pugno in faccia…”.
Nel 2007 Dudek passò quindi al Real Madrid e tre anni dopo si sarebbe ritrovato faccia-a-faccia con José Mourinho, un altro a cui Benitez non sta proprio simpaticissimo. “Se esistesse l’allenatore ideale, sarebbe un mix fra le qualità di Mourinho e quelle di Rafa. José gode di maggior rispetto nello spogliatoio, perché ha più carisma e parla coi suoi giocatori, aiutandoli a capire ed accettare le sue richieste, a differenza invece di quanto fa Benitez, che ha sempre dei problemi nella gestione del gruppo, perché è freddo e duro quando si tratta di prendere delle decisioni e mette continuamente un muro fra lui e i suoi giocatori”. Un comportamento che anche Gerrard non gradiva, come conferma lo stesso Dudek in un altro estratto della biografia, pubblicato dal “Mirror”. “Sapevo che fra loro c’erano stati dei problemi e che per due volte Gerrard era stato sul punto di lasciare il Liverpool per il Chelsea, ma poi è rimasto e da quel momento i rapporti fra i due non sono più stati gli stessi. È un peccato che Stevie non sia venuto al Real, sono convinto che se l’avesse fatto avrebbe allungato la sua carriera di altri due anni e avrebbe imparato molto di più giocando per Mourihno”.