
ROMA – Fabio Tonelli, il giocatore dell’Empoli preso a pugni da quello dell’Atalanta German Denis dopo la partita non ci sta a passare per quello che avrebbe minacciato di morte il suo avversario. Così, dopo un giorno intero di silenzio e dopo la decisione del giudice sportivo che lo ha fermato per un turno (cinque quelli inflitti al centravanti argentino dell’Atalanta) dice la sua in conferenza stampa.
Lo fa, premettendo che non voleva parlarne, perché spiega, non vuole passare per il provocatore, perché l’Atalanta non si è scusata e perché si sente leso, prima ancora che dai pugni, per il danno di immagine. Dice Tonelli che si è trattato di agguato premeditato nei suoi confronti, che Denis lo ha colpito mentre un altro giocatore dell’Atalanta, Luca Cigarini, lo teneva fermo.
“Erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama – racconta Tonelli -. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Io faccio un passo indietro e vado verso di lui, appena uscito dallo spogliatoio c’era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis. Mi ha fermato un dirigente dell’Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato. Cigarini mi ha chiamato sul pullman, ha giurato sui suoi figli che non c’entrava niente. Gli voglio chiedere: una persona che non c’entra niente non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo. E’ stato un agguato premeditato. Lui mi ha tenuto e l’altro mi picchiava”.
Tonelli, poi respinge le accuse di aver minacciato Denis:
“Quello che ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel, sono gravi accuse : anzitutto è falso, perché lui stava parlando a Sky, e poi ci sono persone che hanno visto che non ero nel tunnel ad aspettarlo. Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose, come le abbia sapute. Un toscano non dice “Ammazzo a te”, direbbe “ammazzo te” “.
Infine da Tonelli un’accusa contro l’Atalanta che avrebbe a suo dire alterato i fatti per difendere un suo giocatore:
Se l’Atalanta avesse porto subito delle scuse, non sarebbe successo niente. Hanno voluto portare delle giustificazione per salvarlo, dicendo falsità sulla mia persona. Più che danni fisici, sono quelli morali qui. Sentire dire che ho minacciato lui ed il suo bambino di morte… Che persona sarei? Se lo avessi fatto nel tunnel, sarebbe successo subito qualcosa. Forse mi sbaglio… E’ una situazione spiacevole, sono deluso ed amareggiato. Sono tutte cose false, è questa la cosa che fa male”.
