CARPI – Fabrizio Castori da San Severino Marche. Sessant’anni e un carattere che è poco definire fumantino. E’ lui l’uomo del miracolo Carpi, l’allenatore che ha preso una squadra che doveva lottare per salvarsi e l’ha portata a dominare la Serie B vinta con quattro turni d’anticipo. Un piccolo capolavoro per uno che allena ininterrottamente dal 1991 e che ha fatto praticamente vent’anni di gavetta. Portando quasi sempre a casa il risultato: in tutti questi anni, infatti, di promozioni tra Eccellenza e Serie B, Castori ne ha portate a casa 9.
E pensare, come racconta il Gazzettino, che Castori doveva essere lontanissimo da Carpi. In Ucraina, a prendere molti soldi di più per allenare il Metalurg. Contratto da urlo per uno che in passato ha allenato in piazze come Tolentino, Lanciano, Cesena, Salerno. Poi è scoppiata la guerra e il contratto è evaporato. Castori si è ritrovato sul suo terreno naturale: quello della scommessa difficile in provincia. E ha trionfato.
Il momento più duro della sua carriera a Cesena.C’è la finale dei playoff in Lega Pro con il Lumezzane, una partita che vale la serie B. Ma non è una festa. Perché scoppia una rissa in campo e Castori si segnala come uno dei pugili più attivi: tre anni di squalifica poi ridotti a due. Eppure Castori su quella panchina ci resta come “assistente”. Poi ogni domenica in panchina va un altro al posto suo. Per uno col suo carattere deve essere stata dura.
Ora la festa e la serie A. E un contratto da rinnovare visto che all’inizio dell’anno ha firmato per un solo anno. Non il massimo della fiducia, almeno in partenza. I risultati hanno detto che la meritava tutta.