PALERMO – Fabrizio Miccoli, attaccante e capitano del Palermo, รจ indagato nell’ambito di un’indagine della Dia su schede per cellulari contraffatte. Il calciatore rosanero si sarebbe fatto consegnare schede “pulite” e ne avrebbe poi ceduta una al figlio del latitante Antonio Lauricella. Lo racconta Salvo Palazzolo sull’edizione palermitana di Repubblica:
Quattro palermitani sono stati convocati in caserma e si sono sentiti fare una domanda lapidaria: ยซLei conosce il signor Fabrizio Miccoli?ยป. Qualcuno ha risposto: ยซTutti i palermitani lo conoscono, รจ il capitano del Palermoยป. I quattro signori citati dalla Dia sono tutti di provata fede rosanero, ma nessuno di loro ha mai frequentato Miccoli, nรฉ gli ha mai regalato una scheda telefonica. Eppure, capitan Miccoli utilizzava quattro telefonini intestati a quegli ignari palermitani. E uno di questi apparecchi sarebbe stato prestato dal giocatore del Palermo al suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa arrestato nel settembre 2011.
Sono giornate nere per Fabrizio Miccoli. Prima la batosta della retrocessione, adesso la svolta dellโinchiesta condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal suo pool: Miccoli รจ indagato per accesso abusivo a un sistema informatico, ยซin concorsoยป con il titolare di un centro Tim del centro cittร . Secondo la ricostruzione del centro operativo Dia di Palermo, il capitano rosanero avrebbe chiesto al dealer di fargli avere quattro telefonini ยซpulitiยป: il commerciante avrebbe esaudito la richiesta intestando le schede ad alcuni suoi clienti. E nel giro di qualche ora Miccoli ebbe i suoi cellulari.
Miccoli, dal canto suo, non ha mai nascosto lโamicizia con Mauro (che non ha mai avuto guai con la giustizia). Il reato previsto dallโarticolo 615 del codice penale prevede una condanna fino a tre anni.
