NAPOLI – “Sporco romano” e poi la coltellata. E’ questa la frase, pronunciata dall’aggressore di Federico Sartucci, il cuoco di fede giallorossa ferito lievemente nella notte di sabato 5 luglio, a Napoli, che ha fatto scattare le indagini della Digos.
Federico Sartucci stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro in un hotel del centro di Napoli e, appena ha messo piede nell’androne del palazzo nel quale vive, è stato aggredito e pugnalato al gluteo. “Te ne devi andare da questa città, qui non ti vogliamo. Hai capito, sporco romano?”.
Tra le varie ipotesi investigative seguite, per decifrare quello che appare un raid in piena regola, anche la vendetta a circa due settimane di distanza per la morte del tifoso azzurro Ciro Esposito, avvenuta dopo il ferimento del ragazzo prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Ma gli investigatori della questura napoletana al momento non tralasciano alcuna pista.
Racconta il Messaggero:
l’aggressione, raccontata lunedì 7 luglio dal quotidiano locale Cronache di Napoli, avviene in vico Melofioccolo, piena zona universitaria di Napoli dove poche ore prima si era consumato un agguato mortale dal sapore di camorra. Federico Sartucci ha da poco terminato il suo turno di lavoro all’Hotel Romeo, nel quale da dieci giorni lavorava come addetto alle cucine dopo aver firmato un contratto fino al 2015. Poco dopo la mezzanotte viene bloccato da un uomo nel palazzo in cui vive. Le offese, poi il fendente: il 25enne viene trasportato al vicino ospedale Vecchio Pellegrini, la prognosi è di dieci giorni. “È tornato a Roma dai suoi familiari rinunciando al posto di lavoro” spiegano all’indomani dal prestigioso hotel nel quale lavorava, mentre gli agenti della Digos cercano di risolvere a stretto giro il rebus.
L’assenza di una rivendicazione, e la circostanza che l’aggressore abbia agito da solo, fanno prendere con la dovuta cautela l’ipotesi sulla matrice ultras del raid. Sartucci, con le sue frequentazioni occasionali alle spalle e con un Daspo, non è da ritenere organico ai gruppo della curva sud. Di sicuro, però, quella coltellata al gluteo e quelle offese palesano un clima di ostilità ormai dilagante nel sottobosco del tifo di Napoli e Roma, cresciuto dopo il ferimento a morte di Ciro Esposito, del quale è attualmente accusato l’ex ultras della Roma Daniele De Santis.
Per una pista che è ancora tutta da verificare, quella della vendetta tra gruppi organizzati, si trova invece conferma ad teorema seguito da circa due settimane dalla Digos: quell’hashtag #Nonfiniscecosì circolato sui social network dopo la morte di Ciro Esposito, e le minacce che invitano i romani a non recarsi in località balneari al di fuori del litorale romano, rappresentano una incognita allarmante, fomentatrice d’odio. Infine c’è anche la pista legata ad una vendetta lavorativa, perché Federico Sartucci avrebbe levato il posto di lavoro a un napoletano.