ROMA – “Nel tunnel? C’era una persona che non conosco, sembra uno steward, gli ho dato una bastonata nel ginocchio e poi ho preso la pistola e gli ho sparato nel piede…”. Garcia ricorre al paradosso tanto incredibile e falsa gli appare la ricostruzione ufficiale.
“Andiamo avanti con il ricorso, non posso dire nulla. Ma ascoltatemi bene: più ci daranno fastidio, più combatteremo. Più ci ostacoleranno, più lotteremo”. Così Rudi Garcia ha iniziato la conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Milan, parlando ovviamente dell’accaduto a Genova.
“Ci siamo sentiti in pericolo giocando in uno stadio, questo non può succedere: i primi che vanno protetti sono i direttori di gara, i giocatori e tutto lo staff delle squadre. L’Italia è un paese fantastico, non facciamo paragoni tra quello che succede nel calcio e quello che succede fuori. Non sono un dirigente e non sono un responsabile dell’organizzazione del calcio italiano, devo solo adattarmi alle regole anche se a volte le regole sembrano strane. Essere giudicato e condannato sportivamente per una dichiarazione di un non tesserato senza neanche aver ascoltato la persona messa in discussione è una cosa da non credere. Roma trattata male? Il nostro direttore generale Baldissoni si è espresso all’inizio della settimana, non ho niente da aggiungere. Le parole di Nedved? Non me ne frega niente“.
Oggi pomeriggio, 19 dicembre, Rudi Garcia e Holebas sapranno se domani sera potranno essere rispettivamente in panchina e in campo nella gara che i giallorossi giocheranno allo stadio Olimpico contro il Milan. Infatti è previsto il ricorso negli uffici della Corte di Giustizia Federale, in via Campania, dove Garcia e gli avvocati della società giallorossa proveranno a farsi togliere la squalifica.