Rino Gattuso racconta di come l’accordo col Tottenham, ormai fatto, è saltato per via dei tifosi inglesi che si sono ribellati alla possibilità inondando la rete di messaggi in cui si faceva passare l’allenatore come razzista e omofobo. Accuse infondate, ma che hanno spinto il club londinese a guardare altrove per la panchina per evitare lo scontro con i propri fan.
“Mi hanno descritto come non sono, la delusione è stata grande – ha raccontato Gattuso a Il Mattino -. Non c’è stato niente da fare, non ho neanche potuto difendermi e spiegare che non sono quello che i tifosi raccontavano sui social. Questa definizione di me ha fatto più male che un esonero o qualsiasi sconfitta, ma ho dovuto accettarla per forza. Il web è pericoloso e la gente non se ne rende conto”.
“Certe cattiverie vengono da Facebook e Twitter dove è possibile dar forza a qualsiasi falsità. Io non ho alcun profilo. E non li voglio avere. Nemmeno Monica (sua moglie, ndr) li ha. Perché mi dovrei far insultare per qualsiasi cosa? Non ho nemmeno Instagram. Non capisco, se bevo una bottiglia di vino, quale sia il motivo di scattare una foto per farlo sapere ad altri. Sono fatti miei”.
Infine, in un’altra intervista rilasciata a Libero Quotidiano, Gattuso lancia una frecciata agli inglesi: “Penso che ovunque bisogna essere coerenti. Non si può chiedere di inginocchiarsi contro il razzismo prima della partita e subito dopo insultare i tre giovani giocatori che hanno sbagliato i rigori davanti a Donnarumma. Gli inglesi hanno sempre saputo perdere. Stavolta no. Forse erano sicuri di vincere. Nessuno ha mai avuto dubbi sulla loro correttezza, ma hanno scritto una brutta pagina per la loro nazione“.