«Dopo il Mondiale smetto con l’azzurro, la decisione è presa. Ho 33 anni, gioco in un ruolo particolare, per il futuro è giusto dare spazio a chi avrà più benzina».
Rino Gattuso si fa da parte, come l’amico e capitano dell’Italia, Fabio Cannavaro. Un pezzo di storia che lascia la Nazionale. Età, impegni, infortuni: « Mi sono rovinato con le mie mani facendo l’anno scorso la Confederations con mezza gamba. Tornato a Milano, spesso ho giocato in condizioni non buone, colpa del mio carattere.
Ora però sto bene, la voglia c’è: senza entusiasmo io sono un giocatore di terza categoria e per i soldi che ho guadagnato posso smettere di giocare anche domani».
Poi un pensiero al Paraguay, primo avversario dell’Italia al Mondiale Sudafricano: «Sappiamo che contro di loro ci giochiamo tanto, sono una squadra tosta e latinoamericana: visto l’Uruguay? Lottano su tutti i palloni, non dobbiamo cadere nelle provocazioni, anche perchè gli arbitri nelle prime gare stanno sempre sul pezzo e applicano alla lettera il regolamento».
La ricetta per il bis? La compattezza. Cassano, Totti, Balotelli? A parte che già paragonare Balotelli a Totti, quante pagnotte deve mangiare l’interista. Sono situazioni diverse. Detto questo, sapete come Lippi punti su un gruppo coeso, non vuole gente che si faccia i cazzi suoi. E mi pare che qui il risultato sia ok».
Poi torna alle gioie del Mondiale. «C’è un clima splendido, è un Paese che non merita tutti questi problemi di sicurezza. Sempre la maxiscorta, che peccato. Quanto a me, che non possano venire moglie e figli è praticamente un sollievo: almeno non c’è la preoccupazione. Siamo vecchi? Lo dite da un anno, io non mi ci sento. Che Lippi mi porti sempre è onore, la gioia più bella è questa maglia, sarei venuto anche se mi avessero detto di portare l’acqua».