TORINO – Gigi Buffon contro tutti dopo la vittoria della Juventus a Lione in Champions League: “Al funerale non c’è nessuno, che vadano al funerale“, ha detto polemico ai microfoni di Premium Sport. Ma con chi ce l’aveva il capitano della Juve? Ok, coi suoi detrattori che l’avevano criticato per gli ultimi errori non da lui (su tutti, il gol dell’Udinese e quello subito contro la Spagna in nazionale). Ma c’è un obiettivo preciso? Il conduttore dello speciale Champions e Alessio Tacchinardi (ex bianconero ospite in studio) hanno provato a chiederlo al capitano juventino, che si è però mantenuto sul vago. Dopo l’intervista, però, il conduttore ha lanciato un criptico messaggio: “Si riferiva a quanto detto a Tiki Taka nei giorni scorsi”.
Ecco cosa aveva detto Buffon a Tiki Taka: “I premi non stufano mai. A seconda dei momenti in cui arrivano sono il riconoscimento di un lavoro che viene apprezzato. Il ritiro? Arriverà il momento e lo accetterò in maniera serena. Per andare avanti bisogna trovare lo stimolo, specie della critica. È bello quando ti fanno il funerale e poi li smentisci. Io vivo per questo, per ricacciare in bocca le parole avventate. La Juve? Non c’è nessun segreto, c’è unità di intenti e condivisione, sia di momenti buoni che meno buoni”. Insomma, parole simili a quelle di Lione (dove ha fatto alcune delle migliori parate che si ricordino a memoria della sua straordinaria carriera).
Questo il resto dell’intervista post Champions: “Io sono molto autocritico e non ho bisogno di sentire la spocchia degli altri, che mancano di rispetto alla carriera e allo spessore di una persona – ha proseguito ai microfoni di Premium Sport -. Ho sentito tante stupidate su di me, una sola cosa giusta: ‘da Buffon pretendo di più'”.
Parlando poi della partita, portiere bianconero ammette che “dobbiamo migliorare: non può bastare, per arrivare in fondo, quello che abbiamo proposto nel primo tempo”. “Paradossalmente, in inferiorità siamo stati più squadra, ci siamo compattati – spiega Buffon sempre parlando a Premium Sport – Significa che lo spirito è buono, ma per arrivare fino in fondo bisogna migliorare perché abbiamo dei margini e sarebbe un peccato, da qui a marzo, non spendere questo tempo per fare dei passi in avanti”. “Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata: il Lione ha qualità e va rispettata, ha esperienza europea. Per noi era importante – conclude – perché una vittoria avrebbe messo una seria ipoteca sulla qualificazione: migliorando un po’ la qualità del gioco potremmo ritagliarci un ruolo da protagonisti”.