Gino Bartali, documenti nella bici per salvare gli ebrei dalla deportazione

Gino Bartali

ROMA – Gino Bartali, “Ginetaccio“, è stato uno dei più grandi ciclisti italiani – e del mondo – e anche un “Giusto tra le nazioni” per Israele, un cattolico devoto che, “durante l’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’Arcivescovo della cittàcardinale Elia Angelo Dalla Costa”. A raccontare l’altra faccia di Bartali, quella quella da eroe sì, ma non sportivo, eroe coraggioso, durante la seconda guerra mondiale, è stato un libro americano Road to Valor (Edizioni Crown/Random House) della giornalista Aili McConnon e del fratello Andres McConnon, storico, pubblicato nel 2012.

Il libro ripercorre la vita travagliata di Bartali, dall’infanzia povera a Ponte a Ema, in provincia di Firenze, il 18 luglio 1914, fino alla morte nel capoluogo toscano, nel maggio del 2000, all’età di 85 anni. Alla fine dell’autunno 1943, “Ginetaccio” Bartali fu contattato dal cardinale di Firenze Elia Dalla Costa che gli propose una “missione impossibile”: attraversare in bici l’Umbria e la Toscana per consegnare alla popolazione ebraica a rischio deportazione i documenti falsi necessari per salvarsi dalla deportazione. Non solo, Bartali aprì anche le porte di casa per nascondere una famiglia di ebrei fiorentini. Giorgio Goldenberg, un ebreo oggi anziano residente in Israele, ha raccontato come i genitori, la sorella e lui stesso si nascosero a lungo in un cantina messa a loro disposizione proprio da Bartali e da suo cugino Armando Sizzi, in un cortile presso via del Bandino.

“Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina”, spiegò Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba.  Arriva da Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come raccontato al mensile Ucei, non potè beneficiare dell’azione di staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel centro Italia.

Una vita tra le strade e la storia d’Italia, quella di Bartali, nel 1948 leggenda vuole che fu il successo al Tour de France ad evitare in Italia lo scoppio di una guerra civile dopo l’attentato a Palmiro Togliatti.

Bartali ha agito “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto”. Yad Vashem,  sacrario della Memoria di Gerusalemme,  ha annunciato che in onore di Bartali si terrà una cerimonia in Italia in una data ancora da stabilire.

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Gianluca Pace