Jan Hirt, 31 anni, scalatore ceco, alfiere della squadra belga Intermarche, ha vinto il tappone iconico dell’Aprica del Giro d’Italia mettendo tutti in fila. A 10 km dall’arrivo ha aperto il gas infilando l’ultima salita in solitaria, ingobbendosi in uno sforzo titanico, rischiando in discesa, braccato da Arensman. Ce l’ha fatta. Per 7 secondi. Ha tagliato il traguardo a braccia alzate tra due sali di folla, in una splendida giornata di sole dopo una corsa di 5 ore e 40 minuti. Terzo Hindley a 1’24” che ha battuto in volata nell’ordine Carapaz, Valverde e Landa. Nibali buon nono a 2’06. Classifica generale senza particolari cambiamenti. Carapaz sempre in maglia rosa con soli 3” di vantaggio su Hindley e 44” su Almeida. Quarto Landa a 59”. Nibali sale al quinto posto, Pozzovivo (caduto) è ancora sesto.
Giro d’Italia, laghi e Dolomiti per il gran finale
Tappa mitica, temuta, attesa. Inevitabilmente selettiva. E così è stato. La Salò-Aprica, frazione di 202 km, 5.250 metri di dislivello – dal lago di Garda e Idro ai grandi passi come il Mortirolo o il Crocedomini – ha mantenuto fede ai suoi trascorsi leggendari consacrati dalle imprese di Pantani; indimenticabile quella del 1994 quando il “Pirata” staccò Miguel Indurain e arrivò in solitaria all’Aprica come aveva fatto Adorni nel 1962 e Scarponi nel 2010. Partenza alle 11.25. Al via 157 corridori di 28 Paesi (ritirato Caicedo, ecuadoriano). Tre GPM e due traguardi volanti: Edolo e Teglio. Il primo in provincia di Brescia, il secondo in provincia di Sondrio. I tre GPM sono stati affrontati nell’ordine: Crocedomini ( m.1.938), Mortirolo (m. 1.854), Santa Cristina (m.1.448). Il primo è stato vinto da Ciccone, il mitico Mortirolo da Bouwman (secondo Kamna, terzo Arensman); e nella discesa è caduto Pozzovivo (poi rientrato). Il Santa Cristina – 8 km dall’arrivo – è stato vinto da Hirt.
La guerra in Ucraina “spacca” il gruppo
Pomo della discordia la Gazprom, formazione russa (licenza revocata per l’invasione dell’Ucraina, corridori disoccupati ) che schierava sette azzurri. Ma non tutti i corridori sono d’accordo sulla solidarietà ai “corridori di Putin “. Una spaccatura inattesa e francamente sorprendente. I vertici mondiali della bici non ne vogliono sapere di concedere eccezioni, il sindacato non molla. In tutto sono coinvolti 21 corridori estranei alla guerra. Perché devono pagarne le conseguenze? Proposta: facciamoli correre con una maglia neutra e buonanotte suonatori.
17esima tappa con arrivo a Longarone
Da Ponte di legno (Bs) a Lavarone (Tn). Quasi due tappe in una. Sono 168 km con tre GPM importanti. Il più duro? Il passo del Vetriolo (salita lunga e snervante). Arrivo a Lavarone, capoluogo degli Altopiani cimbri, confinante con Folgaria e Luserna.