Il Genoa a Roma contro la Lazio non ha disputato una gara entusiasmante ma sulla sconfitta pesano diverse decisioni dell’arbitro Celi di Campobasso.
Non a caso mister Gasperini è sbottato negli spogliatoi dell'”Olimpico”, definendo l’operato della giacchetta nera «una direzione e non un arbitraggio».
Per far chiarezza sugli episodi chiave dell’infausta Lazio Genoa, Pianetagenoa1893.net ha contattato in esclusiva l’ex arbitro Graziano Cesari, attualmente apprezzato opinionista di diverse emittenti.
«Criscito è stato ammonito senza aver commesso neppure fallo – evidenzia – Bocchetti, invece, è stato vittima di un’espulsione assurda.
Il genoano, infatti, non ha causato un fallo violento nè tantomeno poteva essere punito per fallo da ultimo uomo.
Rocchi, in quel caso, non aveva il possesso del pallone, e se all’attaccante manca l’attrezzo del mestiere, non si può parlare di chiara azione da gol».
L’ex fischietto genovese si sofferma, poi, sul direttore di gara dell'”Olimpico”.
«Celi è un arbitro insufficiente, e inadeguato per una partita che poi si è rivelata più grande di lui – sottolinea – Non è un caso che finora, assieme a Gava, sia il direttore di gara costretto al maggior numero di soste tecniche.
Per fare un paio di paragoni, a Rizzoli in Atalanta – Inter e a Damato in Sampdoria – Roma è bastato usare qualche richiamo anche per falli al di sopra delle righe, mentre Celi ha da subito iniziato ad estrarre cartellini».
Graziano Cesari condivide la decisione di Celi sul “mani” in area biancoceleste:
«Non parliamo di rigore, per carità, il giocatore della Lazio era vicinissimo ed ha solo tentato di proteggersi il viso».
Claudio Baffico
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