Inter. Gasperini, Roma ultima spiaggia. Ranieri e Delio Rossi scalpitano

MILANO, 15 SET – ''Adesso c'è solo da aspettare un attimino''. Al risveglio dopo l'euroflop della sua Inter contro il Trabzonspor, il presidente Massimo Moratti si mostra deluso ma cauto. La posizione di Gian Piero Gasperini, però, è tutt'altro che solida, e non è detto che a stabilizzare la situazione sia sufficiente una vittoria contro la Roma sabato sera.

Il ko all'esordio in Champions League ''è completamente diverso'' da quello di domenica a Palermo, ha detto evitando toni drammatici Moratti, che dopo la partita non ha incrociato Gasperini ma l'indomani ha spedito il ds Piero Ausilio ad Appiano Gentile per un lungo confronto con il tecnico.

''La difesa a quattro va meglio. E' stato cambiato un modulo di gioco, quindi – è la versione di Moratti davanti alle telecamere – credo che il gioco fosse un po' frenato, era un match importante, ma può capitare anche in queste occasioni''.

Senza gli errori sotto porta di Milito, Pazzini e Zarate o l'indecisione fatale di Lucio e Cambiasso sul gol di Celustka, probabilmente sarebbero stati meno evidenti i tanti i segnali negativi emersi contro i turchi. Innanzitutto la condizione atletica rivedibile di alcuni giocatori che accentua la confusione generale di una squadra su cui Gasperini ancora non ha controllo e che fin qui e' apparsa troppo fragile, sia con tre che con quattro difensori. Troppi gli affanni della retroguardia, poco protetta da un centrocampo in cui Cambiasso e Zanetti non sembrano più in grado di garantire sforzi straordinari, mentre Obi e Alvarez sono sembrati in imbarazzo anche nelle giocate semplici.

L'attacco poi è un rebus difficile da decifrare. Sneijder prova ad agire da esterno, ma verticalizzare è la sua specialità. Fra pochi lampi e tanto nervosismo, l'olandese rappresenta comunque il valore aggiunto dell'Inter. Mentre fin qui Zarate è stato un fantasma, senza fiato e idee, e a posteriori poteva uscire lui anziché Pazzini per fare spazio a Milito.

Giocatori e allenatore chiedono tempo per assimilare un sistema diverso dal passato. Ma il tempo è poco: sabato al Meazza arriva la Roma e i 3 punti sono un obbligo. Vincere, però, potrebbe non bastare a sanare un'instabilità che in casa Inter è costante da quando Mourinho ha salutato tutti.

Una breve sintesi degli ultimi due anni: le incomprensioni con Benitez, il divorzio da un dirigente chiave come Oriali, la parentesi di Leonardo, interrotta mentre già si facevano progetti per la stagione successiva hanno lasciato il segno. Poi l'arrivo di Gasperini, stimato da Moratti ma non certo la sua prima scelta, le difficoltà di Branca nel mercato in entrata (prima Sneijder prepara le valigie, poi a sorpresa Eto'o va in Russia) e in uscita (Muntari è ancora in rosa), il pasticcio di Forlan in lista Champions (uno come lui sarebbe stato molto utile contro il Trabzonspor). Infine, ma non in ordine di importanza, il dibattito interno sulla difesa a 3 o a 4, che forse andava affrontato prima di mettere sotto contratto Gasperini.

Così, mentre l'altra Milano calcistica si compiace per aver fermato il Barcellona campione d'Europa al Camp Nou, non si possono escludere nuove scosse telluriche sul fronte Inter. Gasperini corre ai ripari, ma già si rincorrono i nomi di potenziali sostituti. In pole position c'è Claudio Ranieri, considerato ottimo motivatore, con grande esperienza in Italia e all'estero, senza squadra da quando sette mesi fa ha dato le dimissioni dalla Roma. A Moratti piacciono anche Delio Rossi, che senza dubbio punterebbe sul 4-3-1-2, e soprattutto Fabio Capello. Ma il ruolo di ct dell'Inghilterra e' ostacolo difficilmente sormontabile per arrivare all'ex allenatore di Roma e Juventus. Il passato al Milan e' invece il problema con Carlo Ancelotti che, al netto delle smentite, ha gia' declinato un'offerta di Moratti nei mesi scorsi. Infine c'e' una suggestione: Roberto Baggio al fianco di Beppe Baresi. C'e' solo da aspettare, poco piu' di un attimino: fra sabato (contro la Roma) e martedi' (trasferta a Novara) il destino di Gasperini e della panchina dell'Inter saranno chiari.

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Emiliano Condò