MILANO, 6 MAR – La prima frase assimilata e’ stata ”andiamo a mangiare”. ”Piano Piano” Yuto Nagatomo sta imparando anche a parlare in italiano, e intanto con un gol che considera ”un regalo di Dio” ha dato prova di essere un acquisto tutt’altro che inutile per l’Inter. ”Conosco da un po’ Nagatomo, e’ arrivato fra un po’ di pregiudizi, ma credo abbia gia’ superato le aspettative e mi ha dato emozioni”, ha certificato Leonardo, che il giapponese, arrivato a gennaio in prestito dal Cesena, ha abbracciato a lungo per festeggiare il suo primo gol italiano (una pregevole girata mancina), uno dei cinque che hanno steso il Genoa. Un abbraccio ”per ringraziare il mister e trasmettergli la mia gioia”, ha spiegato Nagatomo, seguito da un inchino in mezzo al campo di fronte a Javier Zanetti in perfetto stile nipponico. ”Volevo fare qualcosa di speciale dopo il gol, ma vedevo tutto bianco”, ha raccontato il terzino giapponese ai suoi connazionali giornalisti. ”Devo ringraziare l’Inter, per tutto quello che mi ha dato in questo periodo – ha aggiunto poi a Inter Channel -.
Il mio ruolo e’ principalmente difensivo, non dovrei andare a fare gol, ma oggi e’ stato cosi’, lo ha voluto Dio e lo dedico ai tifosi”. Che sembrano ricambiare con affetto. Se gli obiettivi delle telecamere nipponiche lo seguono ovunque, cosi’ come i reporter del Sol Levante che gia’ non lo abbandonavano un minuto quando era sbarcato a Cesena, adesso anche tra i tifosi sembra essere scoppiata la Nagatomo-mania. Terminata la sfida tra Inter e Genoa, infatti, sono spuntati, fuori da San Siro, diversi capanelli di tifosi, con gli occhi a mandorla e non, a farsi fotografare – sorriso d’ordinanza e dita a ‘v’, in segno di vittoria – con la maglia numero 55 del loro beniamino, autore della quinta rete interista. Chi non la ha ancora indosso, si mette diligentemente in fila davanti alle bancarelle che vendono le magliette a strisce nerazzurre: nel giorno della festa, non si puo’ proprio celebrare senza vestire la sua divisa. A maggior ragione dopo l’inchino riservato a Zanetti in campo, subito copiato dai tifosi, specie dai piu’ piccoli, fuori dai cancelli dello stadio.
”Non avevamo preparato quella esultanza ma sapevo che quello in Giappone e’ una segno di rispetto, ci salutiamo cosi’ ogni giorno quando Yuto arriva ad Appiano Gentile”, ha spiegato Zanetti, sempre ”fiducioso” sulla corsa verso lo scudetto. ”Ho tantissima fiducia nei miei compagni, nel mister, in tutti coloro che con me durante la settimana preparano duramente una partita. Nell’intervallo – ha detto ancora Zanetti – non c’era bisogno di troppe parole. Sapevamo di dover cambiare la tendenza e abbiamo dimostrato cosa dovevamo fare. Non e’ la prima volta che accade, e’ successo a Palermo e, ripeto, io ho fiducia nella voglia di lottare dei miei compagni”. Fuori dall’universo Nagatomo, a fine partita, nello spogliatoio nerazzurro si e’ rivisto Mario Balotelli, tornato al Meazza per seguire l’Inter tre mesi dopo il derby di meta’ novembre. I tifosi della Curva Nord dell’Inter gli hanno dedicato cori poco simpatici, mentre dagli ex compagni l’attaccante del Manchester City ha ricevuto solo pacche, sorrisi e abbracci. Perche’, ha confermato uno degli ultimi arrivati all’Inter, Andrea Ranocchia, ”qui Mario ha lasciato bei ricordi”
