
MANGARATIBA (BRASILE) – Italia “allucinazioni in campo”: e con Costarica e Uruguay si gioca alle 13. Non solo gambe molli, corpi disidratati, tutti più magri di 2 chili: alla fine della gara infernale con l’Inghilterra nella pozza umida del campo di Manaus, tra gli azzurri qualcuno ci vedeva doppio, qualcuno, De Rossi, si sentiva letteralmente soffocare. Il goleador Marchisio confessa addirittura che negli ultimi minuti “sembrava di avere le allucinazioni”. Non s’era arrabbiato per nulla Cesare Prandelli a proposito del time-out negato (anche se poi l’arbitro ha chiuso un occhio consentendo fugaci approvvigionamenti d’acqua): se non lo danno con un’umidità all’80%, quando lo danno?
Perché a Manaus, capitale dell’Amazzonia, al tramonto c’erano solo 27 gradi. Ma la temperatura percepita era tuttn’altra cosa. Tanto che la disidratazione ha fatto brutti scherzi, peraltro ben conosciuti dalla medicina sportiva. Avere le allucinazioni non è affatto un modo di dire, lo spiega bene a Repubblica Pietro Trabucchi, docente dell’Università di Verona, già psicologo delle nazionali di sci di fondo e ora di quelle di Ultramarathon:
Le allucinazioni percettive sono frequenti e non sono più considerate patologiche. Io preparo anche la “Maratona del deserto”: sforzi intensi in ambienti difficili causano questo tipo di reazioni, perché il cervello in carenza metabolica non riesce a governare la percezione visiva. Gestire tutto questo in uno sport di squadra può effettivamente rappresentare un problema. Ma la cosa più importante è la consapevolezza che le allucinazioni si possono verificare: così l’atleta non si spaventa o si destabilizza quando succede.
Quindi, uomo avvisato…Perché, se Dio vuole, a Recife (Costarica, 20 giugno) e a Natal (Uruguay, 24 giugno) farà ancora più caldo: si giocherà all’ora di pranzo, alle 13. Siamo all’Equatore per chi se lo fosse dimenticato: venerdì a Recife ci saranno 30 gradi, un bagno di umidità all’80% a inizio partita prevede il meteo, forse destinata a scendere nelle ore successive. Alla Confederation Cup dell’anno scorso, unico termine di paragone possibile, gli azzurri finirono stremati dopo la partita con il Giappone: ma a Recife, quel giorno, si giocava in notturna.







