Il britannico Simon Yates, 29 anni, con una fiammata a 5 km dal traguardo di Torino, ha salutato i tre compagni di fuga ed ha vinto, in solitaria, braccia al cielo, la tappa n. 14 del Giro d’Italia.
Alle sue spalle, nell’ordine, a 15”, tre big: Himdley, Carapaz e uno spettacolare Nibali. Quinto, a 28, un altro sorprendente Domenico Pozzovivo. Almeida sesto a 39”.
Classifica rivoluzionata: Carapaz è la nuova maglia rosa. Juan Pedro Lopez è crollato dopo 10 giornate da leader. Secondo in classifica generale Hindley (Bora) a 17”, terzo Almeida a 20”.
Da applausi i “vecchietti” azzurri: Pozzovivo quinto a 1’1”; ottavo Nibali a 2’58”. La maglia rosa Lopez è arrivato al traguardo con un ritardo di 4’24”. Benzina finita. Resta la soddisfazione di parecchi giorni in rosa.
Sarà difficile dimenticare questa tappa tutta torinese. Folla, gran caldo, clamorosi ritiri, picchi del 20%. Da Santena a Torino di 147 km con 5 Gp della montagna, due sprint intermedi ed una discesa dal Colle della Maddalena che si è concluso a 650 metri dalla linea d’arrivo. Dopo ben 3.000 metri di dislivello. Un tracciato unico, ricco di storia, ricordi indelebili (Coppi, Superga, Cavour), bellezze, arte e cultura (anche) enogastronomica. Partenza alle 13.15. Al via 162corridori (13 ritirati tra cui Girmay, Ewan, Bardet; sono rimasti a Torino Tom Dumoulin e Nizzolo) di 28 Paesi. 23Primi km pianeggianti poi la prima scalata di Superga. Quindi un circuito di 36,4 km percorso due volte con Superga e il Colle della Maddalena.
Il Giro d’Italia non dimentica. È anche pedagogico. Dopo il tributo alle 43 vittime del Ponte Morandi (tappa n.12) la frazione torinese ha ricordato una tragedia, tremenda e inconsolabile, che ha colpito il mondo dello sport, tutti gli italiani, gli sportivi del mondo: la tragedia di Superga (4 maggio 1949).
L’incidente aereo che si schiantò contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga con a bordo l’intera squadra del Grande Torino. Tornavano da Lisbona dove avevano disputato una partita amichevole con il Benfica. Morirono tutti: giocatori, dirigenti, accompagnatori, 4 membri dell’equipaggio, e tre noti giornalisti sportivi: Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo), Luigi Cacallero (la Nuova Stampa) e Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport). Le vittime furono 31.
Da Rivarolo Canavese a Cogne. Tappa alpina di 178 km con tre salite molto lunghe ma abbordabili. Arrivo nel Parco nazionale del Gran Paradiso , il più vecchio d’Italia, regno di camosci e stambecchi . Poi il lunedì di riposo.