Juventus e Ferrari: due terremoti storici in 24 ore. Improvvisi ma non imprevisti. Due rivoluzioni annunciate.
Poche storie: due crac semmai arrivati in ritardo. Da troppo tempo le due mitiche Case bruciavano nel dispetto, nei sospetti, nelle reazioni grottesche. Certo due storie diverse tra loro , ma identici i tormenti, le bufere, il clamore. Con milioni di tifosi (in tutto il mondo) in crescente apprensione, una inquietudine ansiosa dominata dal timore del peggio. E il boomerang è arrivato. Seppur con epiloghi assai diversi. Accomunati, questo sì, dal marchio Agnelli. Vediamo.
Da società modello a nave trascinata fuori rotta da chi era al timone. Cioè Andrea Agnelli e io suo cerchio magico (Nedved, Arrivabene e il d.s.Cherubini). Decisive le contestazioni al Club della Consob (l’autorità amministrativa indipendente che controlla le attività di Borsa) e della Procura di Torino.
Troppe manovre di bilancio opache. E se il paventato reato di falso in bilancio fosse continuato Agnelli, secondo la Procura, finiva in carcere. È il caso di ricordare che il pm a suo tempo aveva richiesto per lui misure cautelari, poi respinte dal gip. Ed è un pm che non molla.
Il CDA si è dimesso in blocco (10 membri) rimarcando gli errori gravi di gestione finanziaria, gli stipendi bizzarri, le plusvalenze scriteriate. Morale: è un momentaccio. Proprio alla vigilia di un compleanno storico: il prossimo 24 luglio la Juventus targata Agnelli taglia il secolo di vita.
Ora tocca al nuovo direttore generale Maurizio Scanavino (vicino a John Elkann) ritrovare la rotta smarrita. Presidente Gianluca Ferrero, commercialista, revisore, sindaco e amministratore di varie società. L’assemblea degli azionisti è convocata per il 18 gennaio 2023.
Silurato il team principal Mattia Binotto per ora l’incarico è affidato (da martedì 29 novembre) a Benedetto Vigna, amministratore delegato del Cavallino. Sarà team principal ad interim finché non sarà scelto un manager degno della Rossa, tipo Jean Todt (1993-2007) o Stefano Domenicali (2008-2014).
Il principale candidato resta comunque il francese Frederic Vasseur, capo dell’Alfa Romeo-Sauber. Ma il presidente John Elkann sta valutando anche altre opzioni. Ad ogni modo chiunque venga scelto, potrà essere operativo solo a gennaio. In ogni caso non è un buon segno che esistano tante perplessità. Il Mondiale della Formula Uno comincia il 5 marzo nel Bahrain.