Juve eliminata dalla Champions League. Eliminata dal Porto agli ottavi di finale. E sotto accusa finisce Cristiano Ronaldo. “Reo” di essersi girato in barriera sulla punizione decisiva di Oliveira. Punizione calciata (e segnata) durante i tempi supplementari.
A quel punto la Juventus era in vantaggio 2-1. Lo stesso punteggio dell’andata, solo che in Portogallo aveva vinto il Porto. Dopo quel gol per la Juve è stata una missione impossibile: sarebbero serviti 2 gol per passare. Uno l’ha pure segnato subito Rabiot. Ma alla fine i bianconeri sono fuori dalla Champions.
Juve eliminata dalla Champions: Cristiano Ronaldo si gira in barriera
Partiamo dall’episodio decisivo. Mancano 5 minuti alla fine dei supplementari e Oliveira (che aveva realizzato il rigore del vantaggio nei regolamentari) si incarica di tirare una punizione da lontanissimo. Il tiro è velenoso, rasoterra. La palla passa sotto la barriera ma Szczesny sembra sulla traiettoria. E’ sulla traiettoria. Il portiere polacco tocca il pallone ma non riesce a deviarlo in angolo. La sfera rotola in rete.
Un intervento goffo, forse. Ma in questi casi per i portieri c’è l’attenuante del “non aver visto partire il tiro”. La colpa, dunque, ricade sulla barriera. E il replay è impietoso. La palla passa sotto la barriera. In barriera c’è un giocatore girato. Quel giocatore è Cristiano Ronaldo. Il giocatore più atteso, che ha deluso stavolta. Al momento decisivo non è stato lui il trascinatore, ma Chiesa. Tra andata e ritorno, zero gol.
E ora, lo smacco di essere additato come colpevole. Per esempio Fabio Capello lo ha detto in diretta tv. Perché è anche vero che negli ultimi tre anni segni praticamente solo tu. Ma basta un episodio negativo e sei capro espiatorio. Il calcio è anche questo.
Juve-Porto 3-2: cronaca della partita
Pirlo punta subito su Bonucci e Arthur, rientrati dopo i rispettivi infortuni. E inverte Chiesa e Ramsey, con il gallese sulla destra e l’ex viola sull’out mancino. Davanti il tandem di Champions, Morata e Ronaldo. I quali insieme hanno messo la firma su 9 dei 15 gol totali realizzati dai bianconeri nella competizione.
Conceiçao recupera in extremis Pepe, che pur acciaccato stringe i denti e guida la difesa. E in attacco si affida a Marega e Taremi, i giustizieri della Juve nella gara di andata al Do Dragao.
La sfida si accende subito, Morata dopo tre minuti costringe Marchesin al miracolo. E, dall’altra parte, Taremi sbatte prima contro Bonucci e poi contro lo spigolo della traversa. I portoghesi non hanno paura e non si chiudono, i bianconeri sembrano sorpresi dall’atteggiamenti degli avversari e al 17′ vanno sotto. L’arbitro Kuipers considera falloso il contatto Demiral-Taremi. CR7 ha un breve colloquio con Szczesny prima della battuta ma Sergio Oliveira spiazza il portiere e fa 0-1
. La squadra di Conceiçao ci prova di nuovo in contropiede, poi è la Juve a conquistare campo: in mezzo all’area, però, svettano sempre Pepe e Mbemba. Mentre Ronaldo non si accende per tutto il primo tempo, tentando soltanto una conclusione dalla distanza che sbatte contro il muro portoghese.
Negli spogliatoi i bianconeri trovano la carica giusta, nella ripresa si presenta un Chiesa tarantolato. E’ lui il trascinatore della Juve, assistito prima da Ronaldo e poi da Cuadrado. CR7 gli fa la sponda per il destro sotto l’incrocio. Cuadrado gli pennella sulla testa il pallone del 2-1, in 16 minuti il classe ’97 firma la doppietta.
E, nel frattempo, il Porto rimane in dieci per il doppio giallo in 120 secondi di Taremi al 54′. Poi continua lo show di Chiesa, che va vicino al tris colpendo un palo e andando a sbattere contro Marchesin in uscita, e la Juve ci prova anche nel recupero, ma un fuorigioco millimetrico di Morata e una traversa di Cuadrado costringono le squadre ai supplementari. Nei primi 15 minuti di extra-time non ci sono azioni, poi la rete del 2-2 di Sergio Oliveira su punizione con incertezza di Szczesny fa sognare Conceiçao al 115′. La Juve non si arrende, Rabiot riporta avanti i bianconeri ma il 3-2 non è sufficiente a strappare il pass per i quarti. E’ un’altra avventura in Champions che si ferma troppo presto.