Juve frena col Siena, Milan pari col Napoli. Roma, 4 schiaffi all’Inter

Fabio Borini (LaPresse)

ROMA – La Juventus sbatte contro il muro del Siena e frena, il Milan non ne approfitta. Dietro va anche peggio: perdono anche Udinese, Lazio e Inter. Il turno del grande freddo è la caporetto del vertice della classifica: per vedere una “grande” vincere bisogna scendere fino alla Roma di Luis Enrique che affonda proprio l’Inter.

La capolista, nel gelo dell’Olimpico di Torino, incappa in una giornata non e non riesce a scardinare la difesa del Siena. Conte recupera Vucinic ma il montenegrino, per usare un eufemismo, non è al meglio e si esibisce in una di quelle prove per cui i tifosi della Roma l’hanno fischiato per tutto l’anno scorso. Per quanto riguarda la gara la Juve tiene palla per il 70% del tempo, tira verso la porta di Pegolo 12 volte ma il muro del Siena tiene. Per i toscani è un punto insperato e d’oro che li tiene a +3 sul Lecce, terzultima in classifica.

Nel primo big match di giornata, quello tra Milan e Napoli, non si segna. A Milano fa freddo ma la partita, non certo per lo spettacolo, è incandescente: non la finisce Ibrahimovic, espulso in modo misterioso dopo un contatto in area e un buffetto ad Aronica. Quest’ultimo reagisce e dà un buffetto all’incolpevole Nocerino: l’arbitro, però, non vede.

Non la finisce neppure Allegri, espulso per proteste nel finale. Il risultato, alla fine, serve a poco ad entrambe: il Milan resta dietro e con una gara in più. Il Napoli non riesce a riavvicinare la zona Champions.

All’Olimpico di Roma l’altro big match è invece a senso unico. I giallorossi di Luis Enrique trovano De Rossi e risorgono (non può essere un caso) cancellando 4-0 l’Inter di Claudio Ranieri. La Roma parte forte, schiaccia l’Inter nella sua area dai primi minuti e passa al quarto d’ora con un colpo di testa di Juan su calcio d’angolo. L’Inter non reagisce e a quel punto sale in cattedra Borini che segna il 2-0 poco prima dell’intervallo e il 3-0 in apertura di ripresa.  I nerazzurri scompaiono del tutto e prima del finale c’è gloria anche per Piscitelli (esordio in serie A) e Bojan Krcic, autore del 4-0.

Ranieri, a dire il vero, ci mette del suo: l’Inter è piena di assenti e senza idee ma, come se non bastasse, sotto di due gol il tecnico romano toglie un centravanti (Pazzini) per mettere un mediano (Poli). L’idea, evidentemente, era quella di creare densità in mezzo al campo e colpire la Roma in contropiede o con il lancio lungo per Milito. Farlo quando si doveva giocare per rimontare ha un che di surreale.

Non approfitta della frenata in testa l’Udinese che, a Firenze, esce sconfitta per 3-2. I friulani erano partiti bene con il pallonetto del solito e sempre più capocannoniere Di Natale. La Fiorentina accusa il colpo, soffre ma poi si riorganizza e trova su rigore con Jovetic il pari prima dell’intervallo. Nella ripresa è un’altra “viola”: Cassani e Jovetic allungano sul 3-1 e quando Torje prova a riaprire è troppo tardi.

Nell’unico anticipo, quello delle 12:30, il Genoa ha la meglio per 3-2 su quello che resta della Lazio. In casa biancoceleste, complice un mercato di gennaio che non c’è stato, l’emergenza è totale: Reja, poi, perde anche Hernandez e la squadra accusa la fatica post-Milan. Il Genoa di Marino ne approfitta, parte forte e mette la Lazio alle corde: segnano due volte Jankovic e il solito Palacio. La Lazio ha un sussulto e prova a rientrare: ci pensa Ledesma su rigore a ridurre. Poi però i biancocelesti restano in dieci per l’espulsione di Diakitè. Ma non mollano: Gonzales accorcia ancora a un minuto dalla fine ma la rimonta si ferma là.

Vince e continua la sua risalita il Palermo di Bortolo Mutti: contro l’Atalanta segnano Miccoli e Budan, segno che l’attacco ha trovato una sua continuità. Per i bergamaschi poco da fare: un merito, in ogni caso, è aver tenuto viva la partita fino alla fine nonostante l’uomo in meno per l’espulsione di Consigli in occasione del rigore.

Nelle parti basse della classifica è da segnalare il colpaccio del Parma a Verona: vittoria per 2-1 al Bentegodi. Succede tutto nella ripresa: il Parma apre con Giovinco e viene riacciuffato da Therau. A metà del secondo tempo, però, è un autogol di Luciano a fissare il punteggio sull’1-2 che concede ai parmensi di agganciare a quota 27 proprio il Chievo.

Pari senza reti, invece, nella partita della paura, quella tra Lecce e Bologna. Pari, ovviamente, che va meglio ai rossoblu: così mantengono cinque punti di vantaggio proprio sul Lecce, terzultimo.

Infine altro pari senza reti tra Novara e Cagliari. La squadra di casa prende il suo primo punto della gestione Mondonico. Inutile, però, illudersi che basti: il pari va bene soprattutto ai sardi e per i piemontesi l’obiettivo salvezza resta lontanissimo, quasi svanito.

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Emiliano Condò