ROMA – Juventus, Milan e Udinese. Aspettando la Lazio. Il campionato si spacca e i primi verdetti, abbozzati qualche settimana fa, iniziano a diventare sempre più marcati. In negativo si spengono i residui sogni di gloria Roma e Inter: troppo giovane, fragile e discontinua la prima, troppo vecchia, logora e senza idee la seconda.
La Juventus si conferma la prima forza del torneo. In casa col Cesena la squadra di Antonio Conte soffre un tempo prima di sbloccare la gara con Marchisio e chiudere con un controverso rigore di Vidal. Non è la migliore Juve della stagione ma la conferma sulla solidità c’è tutta. La fame anche e la novità del giorno è il ritorno di Quagliarella in quasi metà partita.
Dietro la Juventus, sabato, avevano già vinto venerdì il Milan e sabato l’Udinese. I rossoneri si sono imposti 2-0 in casa del Genoa dando la sensazione di aver trovato la quadratura e, soprattutto, archiviato la fragilità difensiva di inizio stagione. E poi c’è Zlatan Ibrahimovic: concreto, continuo e devastante.
Subito dietro c’è l’Udinese, vittoriosa 1-0 in casa dell’Inter. Partita decisa da Isla e due errori dal dischetto, quello di Di Natale e quello in scivolata stile John Terry, di Pazzini. Partita, però, soprattutto decisa da un fatto: chi gioca meglio a calcio, di solito vince. E l’Udinese gioca a calcio mentre l’Inter di Claudio Ranieri, non solo non pare aggiustata, ma è lontanissima (come da tradizione del tecnico) da una seppur vaga idea di bel gioco.
Per la Lazio, complice lo spezzatino, bisognerà attendere domani. Al quinto posto, invece, si riaffaccia il Napoli vittorioso per 4-2 su un Lecce davvero troppo fragile dietro per poter sperare di salvarsi. L’esonero di Eusebio di Francesco (Serse Cosmi al suo posto) era nell’aria. Ma a gennaio, per provare a salvarsi, serve altro.
A pari punti col Napoli c’è il Palermo che nel posticipo di domenica, a Parma non va oltre lo 0-0. Se non altro, per la squadra di Devis Mangia, arriva un punto in trasferta. Quello che manca, invece, fuori dalla Favorita, è il gol. Quanto al Parma, politica dei piccoli passi: un punto che muove la classifica.
Rimane ferma a quota 17 invece la Roma, schiantata 3-0 dalla Fiorentina di Delio Rossi. I viola, con il nuovo tecnico sembrano aver trovato un nuovo equilibrio. Per Luis Enrique, invece, è notte fonda: difesa ballerina, attacco che segna troppo poco rispetto alla mole di gioco che crea, squadra nervosa e fragile. Il processo, per il tecnico spagnolo è scontato: quando si perde così con Osvaldo a casa per motivi disciplinari e Francesco Totti in panchina per 90 minuti non ci si può attendere altro.
La Roma a 17 è raggiunta dal Cagliari, vittorioso 1-0 sul campo del Catania. A decidere la sfida è stato un gol di Ibarbo Guerrero nel secondo tempo. Quanto al Catania, fermo a quota 17, una battuta d’arresto che per ora non preoccupa.
A 16, punti, insieme a Parma e Fiorentina c’è il Chievo che, in casa con l’Atalanta si ferma sullo 0-0. Nelle altre sfide della domenica il Bologna vince 1-0 sul Siena grazie a un gol di Di Vaio che, rotto il digiuno su rigore qualche settimana fa, ora si concede il lusso anche della rete su azione. Per il Bologna i punti sono 14, gli stessi dell’Inter e solo tre in meno della Roma.