TORINO – Un gol come sigillo sullo scudetto. E sulla sua stagione da protagonista. E’ Arturo Vidal l’uomo tricolore della Juventus.
Di fronte a questo concetto, Conte storcerebbe il naso, perche’ piu’ che mai questa e’ stata la vittoria del collettivo.
Ha perfettamente ragione, ma converra’ pure che se si vuole indicare un uomo piu’ decisivo di altri, non possono sorgere dubbi: e non solo perche’ il rigore della vittoria al Palermo vuol dire ufficialmente Juve campione d’Italia.
Il cileno si e’ confermato centrocampista completo e maestro anche di lucidita’ e carattere nei momenti delicati, quando servivano il colpo in piu’ e i nervi saldi per vincere le partite.
Non a caso, in una delle poche partite opache della squadra in questa stagione, a Monaco, e’ stato lui l’unico a salvarsi, l’unico a reggere fino alla fine il confronto con i fortissimi dirimpettai tedeschi.
Il suo meglio, Vidal lo offre nel recuperare palloni: il conto di un campionato intero si perde, talmente sono tanti. E diventa ancora piu’ tremenda quando il pallone l’ha perso proprio lui, come sia pure raramente accade: basta contare fino a cinque e il cileno se lo riprende, come e’ successo nella totalita’ dei casi.
Ma si e’ rivelato anche formidabile arma tattica sulla fascia destra, quando si infilava a ricevere con perfetto tempismo la palla smistata quasi sempre da Vucinic, applicando uno schema preciso con perfetto tempismo e con quella capacita’ di comparire improvvisamente davanti al portiere e di andare a concludere.
Cosi’ la Juventus e’ andata in gol sette volte e in altre quindici occasioni lo stesso Vidal e’ arrivato davanti al portiere che in extremis ha salvato le sue conclusioni ravvicinate. Ma il cileno ha anche i piedi buoni, eccome: un esempio su tutti, il meraviglioso gol del derby di ritorno, in mezza girata bassa dal limite.
E ha anche nervi saldi. E’ diventato il rigorista principe, sottraendo il compito a Pirlo: con la Lazio e il Milan la sua freddezza ha regalato alla squadra due gol decisivi dal dischetto, ancor piu’ di quello di oggi al Palermo. E poi la continuita’ straordinaria: si ricorda di lui una sola giornata storta, con il Cagliari a Parma, rigore procurato ai rossoblu’ e rigore calciato alto per la Juventus.
Pero’ anche in quella circostanza non si scompose e gioco’ una partita di grande temperamento. I nervi invece non sono stati saldi con la sua Nazionale: prima si e’ fatto cacciare dal ritiro dal ct Bielsa per presunto stato di ubriachezza insieme ad alcuni compagni; poi, durante una partita della Nazionale, si e’ fatto espellere per un fallo killer, lasciando la sua squadra in nove contro la Serbia.
Ma la Juventus ha mantenuto inalterata la fiducia nel giocatore. E quando sono arrivate voci di una sua cessione per fare cassa (quasi tutti i grandi club europei lo vogliono, dopo essersi informati sulla sua strepitosa stagione), la societa’ ha smentito seccamente.
Con nove reti, di cui 4 su rigore, e’ il miglior marcatore juventino insieme a Vucinic: anche il dato statistico parla chiaro su di lui, costato solo 12 mln e strappato al Bayern, che infatti lo rivorrebbe. Un po’ Furino, un po’ Tardelli, i tifosi lo adorano anche per la sua generosita’. Oggi l’icona della Juventus vincente e’ lui.