Juve: a Firenze passa l’ultimo treno Champions

(foto LaPresse)

TORINO – Ultima chiamata per restare in corsa-Champions. Per la Juve arriva da Firenze, mica un campo facile. Anzi, il contrario, con un coefficiente di difficoltà reso più alto dalla cornice ambientale, da sempre ostile ai torinesi. Ma lo sperpero di punti che i bianconeri si portano dietro pesa come un macigno e quindi c’è solo una possibilità per sperare ancora, vincere.

Lo sa bene Gigi Del Neri, che deve preparare una squadra capace di osare, ma nello stesso tempo di tenere il risultato all’inizio, per non compromettere tutto. I gol degli avversari bianconeri, infatti, in diciassette circostanze, sono arrivati nel primo tempo, di cui nove nella prima mezzora. Se si ripetesse la cosa, a Firenze diventerebbe tutto molto più difficile, sia per la forza dell’avversario, sia, soprattutto, perché non si può più sbagliare, nella corsa all’ultimo respiro per arrivare in Champions.

Essere costretti a rimontare, non favorirebbe certo la lucidità dei giocatori. Una situazione difficile, in cui però si è messa, colpevolmente, la stessa Juventus: bastava infatti che vincesse, anzichè perdere, anche solo una delle partite ampiamente alla sua portata, ma buttate via, per vivere una situazione diversa, a quota 54, con la Roma dietro e la Lazio a soli tre punti, con la possibilità di soffiarle sul collo delle squadre che la precedono più agevolmente.

Invece, a oggi, la Signora deve inseguirne tre, tutte motivatissime. Un argomento, questo, già affrontato con rimpianto da Del Neri: il tecnico non aveva fatto citazioni specifiche, ma si riferiva a tre-quattro casi, dalla sconfitta in casa con il Parma a quella di Bari, ai pari a tempo scaduto di Verona, alla rimonta di due gol del Cesena, ai tre punti concessi in casa al Bologna. Per questi motivi la Juve deve colpire con freddezza e non concedere nulla.

Del Neri ha in mente tre soluzioni: Matri unica punta, con un centrocampo a cinque, Aquilani e Melo davanti alla difesa, Krasic, Marchisio e Pepe (ma quest’ultimo ha problemi alla schiena) guastatori; le due punte classiche di peso (Matri-Toni) con il solito centrocampo a quattro (Krasic, Melo, Aquilani e Marchisio o Pepe); analogo schema, ma con un duo d’attacco più eterogeneo, Matri per la forza e Del Piero per la fantasia. Soluzione più probabile, la seconda.

La difesa, però, è un passaggio quasi obbligato: Chiellini non e’ ancora pronto, quindi tocca a Barzagli-Bonucci, rientra giustamente Grosso, l’uomo che ha devastato la retroguardia della Roma e a destra il ballottaggio e’ tra la freschezza di Sorensen, l’esperienza del compassato Grygera e il fisico di Motta, che con il Genoa però ha di nuovo deluso. Dilemma non da poco, perché  a sinistra opera l’uomo migliore della Fiorentina, Vargas e Mutu recupera sempre quando sente odore di bianconero: sarà lui, se farà coppia con Gilardino, a svariare sulla mancina per raddoppiare il peruviano. Intanto Iaquinta, attraverso il procuratore, lancia un segnale: sto bene qui, non voglio andare via. Una storia che puntualmente in casa bianconera si ripete: toccherà  a Marotta trovare la chiave per non rimanere “ostaggio” dei giocatori che non rientrano più nel progetto tecnico Juve. Impresa non facile, visto che la lista è piuttosto lunga: perfino Grygera lo scorso anno rifiutò un trasferimento in Grecia. .

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Emiliano Condò