Rincaro biglietti, non solo Juventus. Anche in Europa prezzi da Champions

Una panoramica dello Juventus Stadium (LaPresse)

TORINO – L’esordio casalingo in Champions League è stato al di sotto delle aspettative per la Juventus. I bianconeri contro lo Shakhtar sono apparsi sotto tono e, come se non bastasse, non è passato inosservato il mancato “sold out” in occasione del ritorno nell’Europa che conta davanti al proprio pubblico. Solo 29.368 paganti, più di diecimila posti vacanti a Torino, e un coro di proteste per il prezzo dei biglietti, 40 euro per le curve.

Una mancanza evidenziata anche dall’atteggiamento polemico delle curve rimaste in silenzio per gran parte del secondo tempo. Come sottolineato nel post partita da Leonardo Bonucci: “C’è stato un approccio sbagliato. I tifosi ci danno sempre qualcosa in piàù quando giochiamo in casa, che stavolta invece è mancato.”

A tal proposito Andrea Agnelli ha voluto minimizzare l’accaduto, “rispondendo” a distanza ai supporter juventini: “I prezzi dei biglietti non erano così cari. Era una gara di seconda fascia. Ho visto sui diversi forum su internet, e i tifosi lamentano diverse problematiche, chi dice le bandiere, chi le ricevitorie, chi i prezzi. Noi vogliamo sempre dare il meglio per la Juve, non sempre ce la facciamo. Per noi trentamila tifosi è un dato positivo, al Delle Alpi avremmo fatto sicuramente 10 mila spettatori. Dobbiamo guardare anche ai miglioramenti che ha portato lo stadio. I conti finali comunque, li faremo il 30 giugno”.

Una Juve che guarda al modello inglese. Come riporta un articolo de La Gazzetta dello Sport a firma di Marco Iaria, “a partire dal 1989-90 in Inghilterra si è assistito a un’esplosione dei prezzi per i biglietti. A quell’epoca, il tagliando più economico per assistere a un incontro dell’Arsenal a Highbury costava 5 sterline; quest’anno per assistere a un incontro di categoria A nel bellissimo Emirates, preso a esempio in tutto il mondo, bisogna sborsare almeno 63,50 sterline. L’incremento è stato del 1170 per cento. Il “Guardian”, in un’inchiesta dell’anno scorso, commentando l’aumento dei biglietti denunciò il progressivo allontanamento delle fasce più giovani dagli stadi inglesi. Fuori la working class, fuori la violenza, si pensò. Ma il prezzo (in tutti i sensi) da pagare è stato troppo alto. Di certo, dentro gli impianti d’Oltremanica (dove il tasso di riempimento è del 92%) si respira tutta un’altra atmosfera rispetto ai dannati Anni 80: regole ferree per garantire l’ordine pubblico, tutta una serie di servizi in grado di arricchire l’evento calcistico.”

E proprio a questo tende la dirigenza bianconera. Nella stagione in corso gli abbonamenti hanno subito un rialzo significativo: +29% per i rinnovi, +42% per le nuove tessere in curva. Due stagioni orsono, per un Juventus-Cesena allo stadio Olimpico di Torino, il biglietto più economico costava 20 euro. Quest’anno per un match considerato di “fascia bassa” bisogna spenderne almeno 30.

Ecco un esempio dei prezzi nei settori popolari dei stadi europei: Inter (da 24 a 28 euro), Milan (da 20 a 25 euro), Juventus (da 30 euro), Barcellona (da 19 a 112 euro), Arsenal (da 32 a 79 euro) e Manchester United (37 euro).

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FIlippo Limoncelli