ROMA – La Lazio era la ”bestia nera” della Juve in questa stagione, ma la sfida all’Olimpico ha tolto anche tale macchia dal ruolino di marcia della capolista, che si è sbarazzata con un netto 2-0 dei biancocelesti incamminandosi sulla strada del secondo titolo consecutivo.
Vidal, nomen omen, è stato con la sua doppietta l’arma in più della Juventus, che ha ora 11 punti di vantaggio sul Napoli e domenica prossima, con una vittoria sul Milan allo Juventus Stadium, potra’ quasi festeggiare lo scudetto.
La Lazio resta a quota 51, quinta a pari merito con la Roma, ma soprattutto a -8 alla zona Champions, che ormai appare un miraggio.
La squadra di Petkovic, che non batte i bianconeri in campionato dal 2003, poteva vantare in in questa stagione una vittoria e un pareggio in Coppa Italia e un pari in campionato, ma stasera i 20 punti di distacco tra le due squadre, ora 23, sono emersi in maniera impietosa.
Entrambe uscite dall’Europa, anche se prenderle dal Bayern e’ altro che farsi eliminare dal Fenerbahce, avevano gli stimoli giusti, ma i biancocelesti si sono presentati in formazione a dir poco abborracciata, senza difesa titolare e ricambi.
Spazio allora a Ciani e Cana, rivelatisi argini troppo deboli, affiancati da Gonzalez e dal redivivo Stankevicius, entrambi inadeguati al compito.
In avanti Klose, chiamato all’impresa da Petkovic non ha risposto a dovere, mentre Hernanes ha deluso. Conte, privo di Chiellini sostituito da un Peluso non brillante, ha potuto recuperare Lichtsteiner e Vidal, il secondo rivelatosi letale, e inserito Pogba insieme a Pirlo, Marchisio e Asamoha, un centrocampo che ha stroncato l’avversario.
La Lazio ha affrontato la gara senza remore, provando subito ad andare a infastidire Buffon. Gia’ all’8′, pero’, nel primo vero affondo bianconero, Vucinic lanciato in area e’ stato falciato da Cana: rigore chiaro che Vidal ha trasformato con freddezza e altrettanto gelo ha portato tra i tifosi laziali, consci che il recupero sarebbe stato difficile. Il loro sostegno, mancato in coppa, non e’ mancato ma non e’ bastato e nemmeno ha aiutato il ritorno in tribuna di Sergio Cragnotti, invocato alla fine da parte del pubblico.
La Juve ha cominciato a controllare la partita, senza soffrire troppo le incursioni di Candreva e Onazi, i piu’ attivi dei biancocelesti, e ogni volta che Pirlo, Pogba, Asamoha o Marchisio proponevano, la difesa ospite ballava. Inevitabile la seconda rete al 28′, quando Vidal, ‘liberato” da un strafalcione di Ciani, ha superato per la seconda volta Marchetti. La folta curva dei tifosi bianconeri ha cominciato la festa e l’incontro, pur rimanendo vivo per le incursioni bianconere, ha preso una piega definitiva.
Nella ripresa, Petkovic ha tolto Hernanes e Mauri inserendo Kozak e Ederson, che hanno dato una spinta piu’ decisa e confezionando anche un’azione, cross del brasiliano e colpo di testa obbrobrioso dell’attaccante, che al 15′ poteva valere il 2-1. Tre minuti prima, Marchisio aveva fatto anche peggio del ceco, sprecando un gol fatto a due metri da Marchetti che aveva respinto male una punizione battuta da Pirlo.
La Lazio ha chiuso in avanti, sfiorando il gol nel recupero con Kozak e Klose, dimostrando comunque un gran cuore. La Juve, pero’, e’ un’altra cosa e ha raccolto senza fatica i tre punti che voleva per una finale di campionato sereno.