GENOVA – Dalla dura contestazione all'indifferenza. La Sampdoria appena sprofondata in zona retrocessione torna ad allenarsi, in vista della sfida salvezza contro il Bari, tra il disinteresse dei tifosi, che forse fa ancora piu' male dell'aggressione dell'altra notte. ''Contestarli? Non ne vale la pena'', si lascia andare un tifoso non piu' giovane, mentre le forze dell'ordine controllano da lontano gli spalti. La sassaiola, gli spintoni e le minacce di morte sono un incubo che ancora aleggia tra i blucerchiati. La squadra scende in campo quasi un'ora dopo l'orario previsto, al termine di un lungo faccia a faccia negli spogliatoi. La sconfitta con il Milan, la quarta in cinque partite, e il terzultimo posto in classifica sono duri da mandare giu'. Un po' di corsa e qualche esercizio in silenzio assoluto, rotto soltanto dall'urlo di un tifoso: ''Un po' di entusiasmo!'', chiede, ma i giocatori – che oggi hanno incassato la solidarieta' della Figc per la ''vergognosa aggressione'' – neanche si girano. In campo urla anche Cavasin, l'allenatore subentrato a Di Carlo per dare la scossa a un encefalogramma rimasto pero' piatto. Domani la squadra si allenera' di nuovo a Bogliasco e, subito dopo, partira' in ritiro alla Borghesiana. A cinque gare dalla fine della stagione, la trasferta di sabato contro il Bari e' l'ultima spiaggia, o quasi, e non sono ammesse distrazioni. La squadra, con il recupero di Lucchini, e' tornata al completo, fatta eccezione per il lungodegente Semioli, ma alla luce delle ultime prestazioni rimettersi in corsa sara' davvero un'impresa. ''A San Siro ho visto una squadra rassegnata'', va giu' duro Pietro Vierchowod, per dodici anni colonna Samp e cuore blucerchiato indiscusso. ''E' un brutto segnale – dice – perche' non ho visto la voglia di lottare sino alla fine che invece hanno altre squadre''. Le colpe, secondo Vierchowod, non sono soltanto dei giocatori. ''La societa' ha sbagliato, perche' non ha saputo rimpiazzare due giocatori che segnavano'', ammetta senza pero' pronunciare mai – da vero tifoso Samp – i nomi di Cassano e Pazzini, idoli che hanno tradito. ''Maccarone non e' una prima punta – aggiunge – e Biabiany e Macheda non erano quello di cui aveva bisogno questa squadra''. Ai tifosi non resta dunque che incrociare le dita..
