Lara Lugli, pallavolista incinta citata per danni dal club. Esatto, citata per danni perché stava aspettando un bambino/bambina. Oltre al danno la beffa. Perché la citazione per danni è arrivata dopo che lei aveva chiesto lo stipendio per un mese in cui aveva lavorato.
Aggiornamento ore 9.45
E’ stata lei stessa a rendere nota la vicenda con un lungo post su Facebook. In cui pubblica anche la foto dell’ “atto di citazione per danni in opposizione al decreto ingiuntivo”. Cioè la risposta del club per il quale giocava quando lei ha chiesto i soldi che le spettavano.
Tra le motivazioni dell’atto di citazione del club c’è il mancato impegno degli impegni presi. O meglio il fatto che l’atleta “debba astenersi da comportamenti che in qualsiasi modo possano essere in contrasto con gli impegni presi nel precedente accordo”. Cioè nel contratto.
E infatti la replica del club non si è fatta attendere. Quando la vicenda ha destato clamore su giornali, tg e siti, la società ha specificato che c’era una clausola. Anzi, che loro avrebbero potuto attivare le penali ma non l’hanno fatto.
Lara Lugli, pallavolista incinta citata per danni dal club: il post su Facebook
Ecco il post integrale di Lara Lugli: “Una donna se rimane incinta non può conferire un danno a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita, e tutto il resto è noia e bassezza d’animo”. I fatti si riferiscono alla stagione 2018/2019 e la squadra militava in serie B1.
FESTA DELLA DONNA 2021
Che il Covid19 lasci conseguenze neurologiche nei casi più gravi è ormai un dato di fatto, non mi è noto se i soggetti interessati di questa vicenda ne siano stati affetti, pertanto lascio il beneficio del dubbio.
Nel campionato 2018/2019 giocavo per la Asd Volley XXXXX, rimango incinta il 10/03 comunico alla Società il mio stato e si risolve il contratto. Il 08/04 non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo.
Questa la breve storia triste.
Peccato che non sia breve poiché a distanza di due anni, vengo citata dalla stessa Società per DANNI, in risposta al decreto ingiuntivo dove chiedevo il mio ultimo stipendio di Febbraio (per il quale avevo interamente lavorato e prestato la mia attività senza riserve).
Le accuse sono che al momento della stipula del contratto avevo ormai 38 anni (povera vecchia signora) e data l’ormai veneranda età dovevo in Primis informare la società di un eventuale mio desiderio di gravidanza, che la mia richiesta contrattuale era esorbitante in termini di mercato e che dalla mia dipartita il campionato è andato in scatafascio.
Ora…non ero a conoscenza del fatto che il mio procuratore usasse puntare un arma da fuoco alle tempie dei presidenti per firmare un qualsiasi contratto, stupida io che credevo che inviasse semplicemente una mail con le condizioni e qualora venissero ACCETTATE seguisse una firma.
Poi…viene contestato l’ammontare del mio ingaggio troppo elevato ma poi accusi che dopo il mio stop la posizione in classifica è precipitata e gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni. Ordunque il mio valore contrattuale era forse giusto?
Inoltre…chi dice che una donna a 38 anni, o dopo una certa età stabilita da non so chi, debba avere il desiderio o il progetto di avere un figlio?
Che mi prenda un colpo…non è che per non adempiere ai vincoli contrattuali stiano calpestando i Diritti delle donne, l’etica e la moralità?
Scusate l’ironia su un fatto GRAVISSIMO come questo, ma non so in quale altro modo affrontare la cosa.
Ammeto che alla lettura di quanto orridamente scritto, tra ‘altro da un’avvocatessa, sia stata pervasa da un profondo senso di sdegno e volgare incazzatura, ma il Signore ha voluto che la stessa sera avessi allenamento e dopo 5 minuti che ero in palestra con la mia squadra e complice il bagherone del giovedì il sorriso tornasse sulla mia faccia. Ah perché se non lo sapete gioco ancora a 41 anni suonati e nessuno mi ha ancora trascinata per i capelli su un rogo.
Il fatto grave comunque rimane perché anche se non sono una giocatrice di fama mondiale questo non può essere un precedente per le atlete future che si troveranno in questa situazione, perché una donna se rimane incinta non può conferire un DANNO a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo.
Ciao cari
L.L.
La risposta del club a Lara Lugli su clausola e penali
Questa la replica del club: “Felici per l’ avvenimento famigliare però da contratto era prevista l’ immediata cessazione in caso di gravidanza; avremmo potuto esercitare le penali e non l’ abbiamo fatto, ma ci siamo sentiti traditi dall’ atleta e ci siamo difesi”.
La solidarietà a Lara Lugli
“Lara Lugli, pallavolista citata per danni dalla sua società per essere rimasta incinta, è l’emblema di come le donna nello sport sia ancora vittima di atteggiamenti che hanno radici medievali”. Lo afferma Daniela Sbrollini, senatrice e responsabile del Cantiere Cultura e Sport di Italia Viva.
Inoltre Assist, l’associazione nazionale atlete chiede l’intervento del Governo a tutela delle donne nello sport, con una lettera al premier, Mario Draghi.
Assist ha invece annunciato una lettera a Draghi e al presidente del Coni, Giovanni Malagò, chiedendo un incontro per capire “cosa intendano fare per mettere fine alla vergognosa situazione per la quale le donne italiane, non avendo di fatto accesso alla legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, vengono esposte a casi clamorosi come quello dell’atleta Lara Lugli”.