ROMA – Lavezzi dal Napoli al Paris Saint Germain: il 2 luglio 2012 il trasferimento dell’ala argentina scuote il calcio mercato. In realtà è anche l’inizio dell’inchiesta sulla presunta maxi evasione fiscale che coinvolge 64 indagati e diverse società, tra cui anche Milan e Lazio.
La Guardia di Finanza nel 2012 visitò le sedi del Napoli e della Figc acquisendo i contratti di Ezequiel Lavezzi e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez.
Era il 2012: si indagava su alcune rapine ai danni di calciatori del Napoli, tra cui Lavezzi. In questo contesto – racconta il Corriere della Sera -, fu intercettata una telefonata tra il Pocho e il suo procuratore, Alejandro Mazzoni, nella quale l’attaccante azzurro chiedeva informazioni su un conto svizzero in favore del calciatore Chavez, meteora del club azzurro. Mazzoni rispose che il precedente conto era stato chiuso, ma un altro sarebbe stato aperto presso un diverso istituto di credito. Da qui nascono i sospetti degli inquirendi, che decisero di approfondire. (Corriere dello Sport).
Sconosciuto nel calcio che conta, più nota, la gestione del suo contratto, alle autorità inquirenti: un salto su Wikipedia per rinfrescare la memoria:
Il 26 agosto 2011 viene formalizzato il suo passaggio al Napoli. In realtà, come risulta anche dal bilancio d’esercizio della società partenopea, il trasferimento avviene, per una cifra di 1,3 milioni di euro, dal club cileno del Rangers de Talca, squadra in cui l’attaccante argentino non ha mai militato. È per questa ragione che viene avviata un’indagine, prima dall’agenzia del fisco argentina (AFIP), poi anche dalla Guardia di Finanza italiana, per sgominare un giro di triangolazioni fittizie fatte allo scopo di frodare il fisco. (fonte Wikipedia).
Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un “fenomeno generalizzato” nel calcio italiano, vale a dire la “progressiva ed esasperata” lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l’ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere una serie di illeciti fiscali.
L’attenzione della procura e della Gdf si è concentrata su diversi aspetti della gestione dei club: dalla ricostruzione dei rapporti tra società, procuratori e calciatori alle modalità di trasferimento di questi ultimi; dall’esame dei contratti alle modalità d’inserimento nei bilanci dei giocatori; dalle operazioni di compravendita e rinnovo alla gestione dei diritti d’immagine e dei diritti televisivi; dall’attività’ di scouting ai compensi per i calciatori qualificati come ‘fringe benefit’.