ROMA, 23 SET – ''Ombre nere'' sono la fonte e l'anima delle troppe critiche alla Lazio, delle voci di dissenso che ''agitano l'ambiente'' della squadra. Il presidente Claudio Lotito ha preso carta e penna per reagire contro chi mira a ''destabilizzare'' e in un editoriale, che sta per essere pubblicato sul sito della Lazio, invita ''la grande famiglia biancoceleste a rifiutare a gran voce di subire tale trattamento da tutti quelli che sempre remano contro''.
Dopo la sconfitta interna di domenica contro il Genoa, la figura di Reja era stata messa in discussione da parte della critica e della tifoseria, inducendo sia il presidente, sia lo stesso tecnico a reagire. Ieri Lotito aveva attaccato ''parte della stampa'', invitando i giornalisti a fare ''pace col cervello'' e promesso che avrebbe pubblicato un editoriale: ''Chi lo sa leggere capira' le cose che ho detto''.
Questo il testo dell'editoriale: ''Che cosa trasforma un semplice gioco in uno sport? Le regole prima di tutto. Quelle di uno sport sono tante e complesse, e prevedono ogni situazione che si possa verificare sul campo che, per l'appunto, e' detto ''di gioco''. La differenza vera, tra gioco e sport, sta, probabilmente, nella tensione che si crea in campo. Nel gioco il risultato e' importante fino ad un certo punto. Quello che conta e' soprattutto il divertimento che ne consegue: le risate, il rapporto che si crea fra i partecipanti, il contatto tra le persone che il gioco aiuta a facilitare. Nello sport, invece, il peso delle responsabilita' e' ben piu' forte ed evidente, l'esito finale ha una valenza che nel gioco manca. E' per questo che lo sport diventa spettacolo, e la gara sportiva ha senso anche perche' ci sono degli spettatori, perche' ci sono dei tifosi, che fremono, attendono e sperano. Questo e' lo sport. Momento in cui ognuno di noi, liberamente, portato dal proprio cuore, dal proprio attaccamento ai colori per cui tifa, partecipa ben sapendo che ci sono delle regole da rispettare: di comportamento, di moralita', di etica, di rispetto. Ultimamente, mi domando se alcuni dissensi sulla vita della nostra squadra siano il prodotto di comportamenti meschini ed invidiosi (o addirittura studiati ad arte, volti a destabilizzare), che da sempre suscita la Lazio, oppure reali critiche fatte in liberta'. Mi piacerebbe, che la critica biancoceleste fosse il prodotto di un'elaborazione fatta di dati certi e su lungo periodo; fosse il prodotto di menti abituate a discernere autonomamente, menti che sanno che ''perdere una battaglia non significa perdere la guerra'' (il campionato e' lungo) e non il prodotto di un lavaggio di cervello, messo in atto da alcuni media, strumenti di certi personaggi che ''amano'' gettare fango, sulla nostra squadra, creando disorientamento, malumore, delusione e un latente senso di inadeguatezza.
Dopo tanto cammino, dopo tante battaglie combattute e vinte, dopo tante soddisfazioni, la grande famiglia biancoceleste dovrebbe a gran voce rifiutare di subire un simile trattamento da tutti quelli che sempre remano contro. Una comunita', la Lazio, che fonda il suo vivere sulla lealta', onesta', liberta', moralita' e questo deve ben essere chiaro a tutti. Noi laziali non siamo materia inerme che puo' essere plasmata dal primo che passa; il nostro orgoglio, la nostra grandezza d'animo, il nostro cuore non permettono a nessuno, per nessun motivo di trattarci come ''MINUS''. Ci rifiutiamo, di ripetere come degli imbelli, frasi confezionate da loschi figuri che si atteggiano a maestri di sport, di vita, di morale. Questi individui possono pensare di comportarsi cosi' con altri, non con noi laziali.
Se, chiunque delle ''ombre nere'', ha scambiato la nostra foga nel commentare un incidente di percorso per disaffezione, per scoramento, per disfattismo beh, si e' sbagliato. Quello non e' il popolo laziale. Popolo critico, si', ma sempre piu' vicino e compatto a difendere i ragazzi, quando le ''ombre nere'' cercano di avvicinarsi….