Calcio, Lazio da record: Lotito vincente con la ‘classe operaia’

Numeri da Inter targata Mourinho, nonostante un’oculata attenzione al bilancio che ha portato la ‘classe operaia’ di Lotito in paradiso.

E’ questa la Lazio voluta fortemente dal patron biancoceleste, capolista solitaria in serie A: mai nei campionati post-Calciopoli, infatti, la formazione in vetta alla classifica aveva, dopo 9 giornate, così tanti punti (22) e contemporaneamente un vantaggio così ampio (+4 sull’Inter e +5 sul Milan), sulle inseguitrici.

Una cavalcata cominciata già nel finale della scorsa stagione sotto la gestione di Reja: da quando ha assunto la guida tecnica dei biancocelesti, l’allenatore in 25 partite ha un bilancio di 15 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte (49 punti), con una media di quasi due punti a partita e ben 9 successi esterni in 13 trasferte.

Ma se i meriti di Reja sono sotto gli occhi di tutti, in questa splendida orchestra biancoceleste c’è la firma anche del ‘direttore’ Lotito, sempre più lanciato anche nella carriera politico-federale, e della sua filosofia che per vincere non è necessario spendere più degli altri.

Sono tante le scelte a basso costo che portano la firma del patron della Lazio: da Muslera a Radu, da Lichtsteiner a Dias, giocatori fondamentali in questo gruppo plasmato da Reja e pagati pochissimo dalla società.

Il portiere uruguaiano, imbattuto in trasferta da 341 minuti, è l’emblema della politica di Lotito. Acquistato per soli tre milioni di euro dal Nacional di Montevideo, il numero 1 della Lazio sembrava già bruciato dopo l’esordio (tre anni fa) contro il Milan: 5-1 per i rossoneri con diversi errori e la bocciatura di tutta la critica.

Oggi, invece, dopo un Mondiale da protagonista e un avvio splendido in campionato, l’uruguaiano (già decisivo nei due trofei conquistati, Coppa Italia e Supercoppa) ha dato definitivamente ragione alla scelta del presidente, e su di lui c’è l’interesse di alcuni club di premier (Arsenal su tutti) pronti a sborsare 20 milioni di euro per accaparrarsi il 24 enne di Montevideo.

Ma i meriti di Lotito non si esauriscono qui, visto che il presidente, dopo aver perso Pandev a parametro zero, non ha commesso lo stesso errore con Ledesma, rinnovando il contratto dell’argentino, leader del centrocampo di questa Lazio.

Ma Lotito non si è tirato indietro nemmeno quando c’è stato da spendere (9,5 milioni per Floccari e 13,5 per Hernanes), o da riconquistare l’affetto di una piazza, ancora freddina nei suoi confronti, con l’operazione dell’aquila, che non volerà contro la Roma per ‘motivi di ordine pubblico’.

Ma ad incidere nel primato conquistato dalla squadra di Reja sono state anche le giocate di Hernanes e Mauri, e la solidità di Dias.

Il centrocampista brasiliano è l’uomo copertina di questo avvio di stagione, ma al suo fianco sembra poter tornare a brillare anche la stella di Zarate, reinventato dal tecnico nella stessa posizione in cui Mourinho utilizzava Eto’o.

I due sudamericani, oltre ad essere i giocatori di maggiore talento, sono anche quelli che percepiscono lo stipendio più alto: 2 milioni per l’argentino, 1,6 per il ‘Profeta’.

Sommando le buste paga di tutta la rosa si raggiungono i 41 milioni di euro, cifra che assesta la Lazio al 6/o posto nella classifica del monte ingaggi dopo Milan, Inter, Juve, Roma e Fiorentina.

Ma sono soprattutto i numeri ad evidenziare i meriti della Lazio, giunta alla 5/a vittoria di fila in campionato e capace di andare a segno per la 4/a volta consecutiva in trasferta.

In totale nelle ultime dieci trasferte di campionato (comprendendo quindi anche lo scorcio finale 2009-10), la squadra biancoceleste ha ottenuto 25 dei 30 punti a disposizione: 8 vittorie, un pareggio e una sconfitta (0-2 in casa della Sampdoria).

E ora, nonostante, nello spogliatoio biancoceleste si continuano a contare i punti che mancano per la salvezza (ora a -18), i tifosi cominciano a sognare in grande, aggrappandosi ai precedenti dei due scudetti vint: in entrambe le occasioni (’73-’74 e ’99-’00) la Lazio dopo 9 giornate era in testa.

Ma prima di tutto c’è il derby, tabù per Reja che non ha mai vinto in carriera contro la Roma: ci sono da vendicare i due ko dello scorso anno, anche se contro i cugini giallorossi non ci sara’ Olimpia a propiziare con il suo volo il successo biancoceleste.

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