Lo stato di evidente crisi in cui versa il calcio italiano, a causa anche delle mancate riforme, è aggravato dal fatto che le risorse provenienti dai diritti televisivi si indirizzano tutte verso le societa’ di Serie A e Serie B, escludendo le altre. Questo, secondo Mario Macalli, presidente della Lega Pro, oltre a impoverire le serie minori impedisce di ”aprire un ciclo nuovo, in cui la missione sia quella di usare le risorse per la valorizzazione dei giovani”.
Macalli lo ha scritto in una lettera indirizzata al sottosegretario allo Sporto Rocco Crimi, e ai deputati della Commissione Istruzione della Camera dove è all’esame la riforma del ”decreto Melandri” sulla ripartizione delle risorse dei diritti televisivi.
Macalli non usa mezze misure: se la Commissione non modifica la percentuale di ripartizione delle risorse o non stralcia la parte riguardante la percentuale dei diritti televisivi ”la Lega Pro, in accordo con le 85 società, si vedrà costretta a fermare i campionati”.
”Non per un’idea corporativa – spiega Macalli nella lettera – ma perché l’Italia sappia che è ora di cambiare il calcio che ha portato ai fallimenti che sono davanti ai nostri occhi ogni giorno”.
”Tra i più solerti – prosegue la lettera – notiamo essere il sottosegretario Rocco Crimi, il quale da mesi si era impegnato a riceverci con tutti i Presidenti dei club della Lega Pro e non lo ha fatto. E’ bene che si sappia che la Lega Pro manifesterà il suo giudizio in ogni sede e luogo”. Nella stessa missiva, Mario Macalli richiama l’attenzione del legislatore sulla necessità per le società della Lega Pro di procedere all’approvazione della modifica legislativa in materia di sgravi contributivi Enpals per l’impiego dei giovani calciatori, per le società sportive militanti nei campionati di Lega Pro.