Messi via da Barcellona? Sogna l'Inter (Ansa)
Messi via da Barcellona è un titolo che sta rimbalzando su tutti i media. La società in effetti si è premurata di smentire la presunta comunicazione ufficiale del campione argentino riferita dal giornalista brasiliano Marcelo Bechler, corrispondente in Spagna di Esporte Interativo.
Distrutto dopo il 2-8 contro il Bayern, avrebbe deciso di andar via in mancanza di un progetto vincente da parte del Barça per i prossimi anni .
Né il presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, né il Ceo, Oscar Grau, né il segretario tecnico, Éric Abidal, che sarebbero gli interlocutori validi, hanno ricevuto messaggi da Messi.
Ma, ed è per questo che l’indiscrezione è presa comunque sul serio sui media di tutto il mondo, dal presidente in giù sono tutti in bilico, a un passo dall’addio.
Messi esige un cambiamento radicale, non gli basta il sacrificio dell’allenatore Setien, già licenziato. Bartomeu, da parte sua, ha indetto nuove elezioni per novembre, i soci potrebbero sfiduciarlo.
Alla finestra in teoria tutti i club, in pratica chi può permetterselo. Sognano l’Inter di Sunig, e il Manchester City che con Guardiola non riesce da 4 anni a centrare la semifinale.
Tornando allo scoop del giornalista brasiliano, va ricordato che fu il primo a svelare la clamorosa trattativa che condusse al faraonico e clamoroso trasferimento di Neymar jr dal Barcellona al Paris Saint Germain.
Va detto poi che, l’arrocco di Bartomeu ha un’insidia: il prossimo anno Messi sarà libero di scegliersi un’altra squadra.
Può permettersi il Barca di rinunciare al suo giocatore simbolo? Può permettersi di perderlo a parametro zero? Questo il dilemma.
Intanto in pole position per la panchina c’è Ronald Koeman: il pedigree barcellonista aiuta, ma deve liberarsi perché al momento allena la nazionale olandese.
Più defilati Xavi e Pochettino. La giunta (il governo del club) spinge per una soluzione interna, Pimienta che allena il Barcellona B.
La suggestione è che possa replicare l’epopea di Guardiola, che iniziò epurando i big come Ronaldinho e Etoò e concedendo spazio al ragazzino terribile che si accingeva a divenire il calciatore più forte del mondo. (fonti As, Marca)