In una chiamata in nazionale non spera più, perché è convinto che «forse sarei preso in considerazione se vestissi un’altra maglia».
Ma Fabrizio Miccoli vive ugualmente il suo momento d’oro a Palermo col sorriso, e rivela: «L’orecchino di Maradona ce l’ho io, glielo voglio ridare».
E’ il punto di riferimento dei siciliani, con 10 gol all’attivo, ed è pronto a farne altri per mantenere i rosanero al quarto posto. «Ci sono diverse squadre che si possono giocare il quarto posto, una di quelle siamo noi, e visto che siamo la è giusto crederci. Ma c’é anche il Napoli, e la Sampdoria che sta passando un buon momento».
Tra le pretendenti al quarto posto c’é anche la Juventus, e dopo lo sfogo di Zaccheroni (“contro di noi un clima di sospetti”), l’ex juventino parla anche degli arbitri: «Non credo che ora le decisioni dell’arbitro vengano prese in malafede. Il problema è che ci sono tanti errori, anche se un po’ di sudditanza verso le grandi squadre c’é ancora. Ma non è malafede come in passato».
Quando si parla di Juve, per Miccoli si parla di passato, anche se l’esperienza in bianconero non è stata così positiva: «Sono sempre uguale, non sono cambiato da quello che ero con la juve. Il problema è che lo stile Juventus veniva applicato solo su di me. A me proibivano cose che ad altri erano concesse».
Le sue prodezze e la sua incisività sono un dato di fatto che però non sembra essere preso in considerazione dal ct dell’Italia Marcello Lippi che è stato anche il suo allenatore ai tempi della Juventus: «Il capitolo nazionale per me è chiuso da tempo e mi dispiace vedere tanti nomi, anche tra le riserve, ma mai il mio. Forse sarebbe diverso se vestissi un’altra maglia. Con Lippi non ho avuto problemi quando ero alla Juve, stavo sempre zitto anche partendo spesso dalla panchina. Mi sono comportato bene. Ho avuto dei problemi con Moggi ma mai con il mister. Tiferò Italia comunque».