
MILANO – Nel media-day organizzato da Milan e Lega in vista della finale di Coppa Italia, Cristian Brocchiย ha dialogato con i giornalisti. Con una modalitร particolare: prima del classico botta e risposta, Brocchi ha voluto spiegare (anche con lโaiuto di alcune slide) i punti fermi del suo metodo di lavoro. Un rischio che Cristian giustamente non vuole correre รจ la catalogazione banale: “Tanto gli allenatori piรน o meno fanno le stesse cose”. Non รจ vero. E non fanno nemmeno i miracoli, anche se Berlusconi da Brocchi se ne attende uno bello grande: “Nella cena di Arcore il presidente mi ha chiesto di riportare la squadra ai concetti di gioco con i quali il Milan era diventato grande. Mi ha chiesto di ridare una mentalitร milanista. Vorrei parlare con tutti: dal magazziniere allโultimo dei giardinieri. Ma in 40 giorni come faccio? Ho dovuto quindi concentrarmi sulle cose piรน urgenti, pur senza entrare a gamba tesa. Da due anni e mezzo il Milan gioca in difesa e riparte: bisognava cambiare, possibilmente in fretta. Non sono pazzo, sprovveduto, presuntuoso. Se mi avessero chiesto di fare piรน punti possibile, avrei operato diversamente”.
Cristian, quanto รจ lontano questo Milan dal grande Milan?
“Tanto. Le aree della societร sono scollegate tra di loro. Nelle crepe si infila di tutto e cosรฌ si aprono voragini”.
ร pentito di aver accettato?
“Assolutamente no. Nessuno pensa di non essere allโaltezza, soprattutto se รจ una persona intelligente, che lavora, che ha passione e rispetta chi da ventโanni lo fa vivere bene. Io ho sputato sangue per questa maglia e continuo a farlo”.
Qual รจ il suo sogno?
“Il bene del Milan. Voglio rivedere i tifosi felici e la gente col sorriso quando viene a lavorare a Milanello. Se anche non fossi io, spero che qualcuno ci riesca presto”.
Quando ha sentito Berlusconi?
“Stanotte. Mi ha chiesto come andava e mi ha detto che verrร a trovarci prima della finale. Mi sono preso del lecchino, dellโincompetente e ogni altro insulto. Ma il presidente non mi ha mai detto di far giocare questo o quello”.
Il suo futuro dipende dalla finale?
“Non credo. Se anche dovessi vincere, dopo lโeuforia iniziale sentirei le solite cose: ‘Non รจ allโaltezza, eccetera’. Non penso al dopo-finale. In ogni caso di questโesperienza mi resterร la consapevolezza di essere un allenatore. Sono convinto che il lavoro che propongo, se fatto nei tempi giusti, puรฒ portare dei risultati. E dopo i primi 35 giorni da allenatore del Milan mi sento ancora piรน forte caratterialmente”.
Qualcuno le gioca contro?
“No, se avessi questa sensazione interverrei. Io credo che i giocatori vadano valutati su quattro componenti: tattica, tecnica, fisica, mentale. E il rendimento รจ alto se le quattro componenti sono piรน o meno in equilibrio”.Al primo punto del suo decalogo cโรจ il senso di appartenenza. A spanne, ce lโhanno in pochi.
“Io servo anche a questo, per far capire ai giocatori cosa significhi essere al Milan”.
Gira voce che un nutrizionista abbia scombussolato un poโ qualche giocatore, tipo Kucka e Donnarumma.
“La societร ha voluto inserirlo. Io non ho dato nessun obbligo. Kucka non si trovava bene ed รจ tornato allโalimentazione a cui era abituato”.
Quella contro la Juve รจ una delle gare in cui un allenatore puรฒ incidere?
“La stiamo studiando tatticamente da quando siamo arrivati. ร molto bello pensare di poter incidere, studiare i pochissimi punti deboli, vedere dove colpire. Ma รจ fondamentale che ogni giocatore abbia dentro di sรฉ il veleno”.
Ce lโhanno il veleno, i suoi giocatori?
“Non accetto lโidea che chi non ha vinto nulla non ce lโabbia. la delusione della partita con la Roma รจ stato accorgermi che la squadra non era pronta per la finale. Adesso ho le idee chiare su chi non puรฒ darmi niente. Non voglio dare alibi alla squadra. Poi, se dovessimo giocare la finale come sabato scorso, scapperei lontano”.
Nella sua metodologia di lavoro cโรจ una frase significativa: “Duro con i fatti, morbido con le persone”. Domenica รจ stato durissimo anche con le persone.
“Una volta ogni tanto puoi esserlo. E domenica รจ successo”.
I giocatori hanno capito?
“In questi giorni hanno avuto un approccio diverso anche con lo sguardo, come se stessero preparando dentro di loro una partita importante. Uno sguardo diverso dalla scorsa settimana”.
Una vittoria in Coppa Italia cambierebbe il bilancio stagionale?
“No. Altrimenti correremmo il rischio di fregarci da soli. La stagione resterebbe negativa”.
