Milan-Inter 0-1, decide Milito. Juve frena, Ranieri prova la rimonta

Diego Milito (LaPresse)

MILANO – Una conclusione a fil di palo di Diego Milito dopo un “buco” di Abate. Il derby di Milano, sul campo, è praticamente tutto qua: nel gol che consente all’Inter di vincere 1-0 in casa del Milan. Per il resto partita brutta come poche, persino più brutta di quanto sono solitamente i derby.

Ma ai tifosi dell’Inter deve essere sembrata bellissima. Se non altro perché ora la classifica dice Juventus 38, Milan 37 e Inter 32. In mezzo ci sono anche Lazio e Udinese ma sono dettagli: l’Inter è lontana sei punti dalla vetta. Per Claudio Ranieri, uno che alle rimonte e alle “riparazioni in corsa” è abituato, devono sembrare persino pochi. Va detto poi, che Ranieri le rimonte è abituato a completarle ma mai a chiuderle con lo scudetto. Scongiuri consentiti ai tifosi dell’Inter.

Sta di fatto che, adesso, ad Appiano Gentile alla rimonta scudetto ci credono e magari un pensierino a Carlos Tevez Massimo Moratti tornerà a farlo davvero, già da lunedì.

La partita, come detto, di spettacolo ne regala poco, quasi niente. Massimiliano Allegri usa la psicologia e prova la carta Pato, reduce da una settimana più a Parigi che a Milano. La mossa funziona in parte nel primo tempo, funziona zero nella ripresa. Ranieri, con pragmatismo, preferisce Alvarez a Snejider e si affida a Milito e Pazzini. Di occasioni da gol, però, se ne vedono pochissime a parte una traversa di Van Bommel su tiro da fuori.

Nella ripresa il gol che decide la gara: lancio di Zanetti, buco di Abate e conclusione di precisione di Milito. Il resto è confusione da parte del Milan e difesa “alla Ranieri” da parte dell’Inter: il tecnico romano inizia a togliere punte e mettere difensori. E il fortino regge anche perché, alla fine, il Milan non fa quasi niente.

L’Inter può crederci, insomma, anche perché chi le sta davanti non sembra stare benissimo. La Juventus, infatti, incappa contro la maledizione interna del rossoblù e non va oltre l’1-1 interno con il Cagliari di Davide Ballardini. Ai bianconeri era già successo contro il Bologna e Genoa, due squadre rossoblù entrambe capaci di uscire con un punto dallo Juventus stadium. Domenica pomeriggio è la volta del Cagliari che trova grazie a Cossu la risposta al gol iniziale di Vucinic. A dirla tutta ci sarebbe anche un rigore per i Sardi, per fallo di mano, quando la Juve conduceva 1-0. Alla fine, però, il risultato è giusto e alla Juve, per vincere, non basta neppure schierare il neo arrivato Borriello.

Subito dietro si ferma anche l’Udinese, sconfitta 3-2 in casa da un Genoa che non t’aspetti. I friulani partono bene e sbloccano con Ferronetti dopo un quarto d’ora. Nella ripresa il Genoa piazza l’uno-due in sessanta secondi e poi allunga con Palacio. Sul 3-1 sembra finita. Poi, però, l’arbitro “inventa” un rigore per l’Udinese per un fallo inesistente di Marco Rossi. Sul dischettp si presenta Di Natale che riapre i giochi, ma il Genoa regge e Marino può festeggiare la sua prima vittoria.

Ne approfitta quindi la Lazio che pure senza strafare sconfigge 2-0 l’Atalanta e riavvicina il posto Champions. A decidere la sfida è un rigore trasformato da Hernanes (poi uscito per infortunio) e un gol nel recupero del solito Klose. I bergamaschi restano in dieci per l’espulsione, tutta da rivedere, del difensore Lucchini. E perdono la forza per spingere.

Dietro, invece, bisogna ancora aspettare: il Napoli chiude la giornata nel posticipo di lunedì in casa col Bologna mentre la Roma viene fermata dalla pioggia nell’anticipo di Catania. Gara sospesa sull’1-1 al minuto 65 che si terminerà l’8 o il 15 febbraio. Due note: sul pantano, impraticabile, il Catania stava giocando meglio e la gara andava fermata prima. Ad avvio di ripresa, per la precisione.

Nel mucchio di centro classifica crolla e piomba di nuovo in crisi la Fiorentina di Delio Rossi che prima sbatte contro il muro del Lecce e poi si arrende ad un rigore calciato da Di Michele. Finice 1-0 per i salentini che, ancora ultimi, agganciano però il Novara e intravedono chances di salvezza.

A proposito di crisi si fa drammatica quella del Palermo, sconfitto a Verona 1-0 dal Chievo. Decide Sammarco e appare evidente che la “cura” Mutti non funziona. Forse, più che cambiare allenatore ogni tre partite Zamparini dovrebbe iniziare a pensare a come rinforzare la squadra.

Sale anche il Parma, capace di piegare 3-1 un Siena in difficoltà. L’esordio per Donadoni è dei migliori: ci si mette un gol confuso e un Siena a maglie troppo larghe, ma ora il Parma respira. Come respira il Cesena che ne rifila tre al Novara

 

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Emiliano Condò